Paternò. Ezio Messina: “Sindaco totalmente inadeguato”

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Il consigliere del Pd Ezio Messina durante la dichiarazione in cui si espresse contro l'amministrazione di Mauro Mangano, dicendo anche che avrebbe votato per l'abbassamento dell'addizionale Irpef, contrariamente alla linea della stessa amministrazione.

Il consigliere del Pd Ezio Messina durante la dichiarazione in cui si espresse contro l’amministrazione di Mauro Mangano, dicendo anche che avrebbe votato per l’abbassamento dell’addizionale Irpef, contrariamente alla linea della stessa amministrazione.

Consigliere Messina, come reputa complessivamente l’azione amministrativa della giunta?
Sono sempre più convinto che non esiste una programmazione e una pianificazione dell’azione amministrativa adeguata alle nostre esigenze, e noto una progressiva e cronica lentezza nella realizzazione del programma. Oramai sono stanco di ripeterlo ma penso che l’amministrazione deve aprirsi al dialogo, deve scegliere la strada del confronto non soltanto con tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio comunale, ma anche e soprattutto con le categorie sociali. Credo che il tanto desiderato dialogo non arriverà mai e si continuerà ad esercitare la politica a porte chiuse – o aperte solo al solito corteo di fedeli – rifiutando sistematicamente i suggerimenti dettati dalle reali necessità della città.

Quale la soddisfazione istituzionale e politica più rilevante?
Molti dei regolamenti e iniziative posti in commissione sono nati proprio da questo mio modo di intendere l’impegno pubblico. Da diritti come la salute, il lavoro, l’indigenza in generale sono nati tanti regolamenti. Mi riferisco al regolamento di assistenza economica farmaceutica, con il quale diverse famiglie disagiate e ragazze madri hanno potuto usufruire di un bonus di 500 euro per acquistare farmaci e prodotti pediatrici per minori, mi riferisco al regolamento sulle utenze deboli dell’AMA. Mi riferisco al regolamento sugli orti sociali, mi riferisco al regolamento della consulta delle politiche sociali, mi riferisco al nuovo regolamento dei servizi sociali che darà la possibilità alle famiglie indigenti di comprare gli occhiali per i figli minori. Mi riferisco soprattutto al nuovo regolamento che permette ai disoccupati e alle cooperative sociali di usufruire di terreni di proprietà del demanio Regionale Comunale e di privati (proprio da quest’ultimo regolamento è nata la proposta di legge regionale in calendario all’Ars). Fino ad oggi mi sono occupato di regolamenti inerenti ai servizi sociali, ma essendo responsabile all’interno del sindacato di una grande organizzazione di piccoli produttori agricoli non posso dimenticare i loro problemi e le loro necessita. I piccoli produttori lamentano di non avere un’area mercatale dove poter commercializzare i loro prodotti e lamentano il fatto di non avere la possibilità di valorizzarli. Da queste esigenze e per questi motivi ho pensato, per la commercializzazione, all’idea di creare all’interno dell’ex stazione di San Marco un mercatino del contadino. Abbiamo avuto la possibilità di usufruire dell’intero stabile, compreso lo spazio antistante, ad uso gratuito, ma l’idea non è piaciuta all’amministrazione. Per quanto riguarda la valorizzazione dei prodotti sono convinto che la valorizzazione di Paternò passi rigorosamente dall’agroalimentare e dall’artigianato. Quei settori che, malgrado la crisi, riescono a creare un pò di occupazione. A tal fine ho lavorato in collaborazione con il consigliere Ivan Furnari a quello che ritengo uno dei più interessanti regolamenti comunali, ossia il Regolamento DE.CO (Denominazione Comunale d’Origine) che da tantissimo tempo avevo in cantiere. Con questo nuovo regolamento intendiamo fornire ai nostri produttori locali uno strumento in più di salvaguardia dell’unicità del nostro patrimonio agricolo, enogastronomico e artigianale locale. Il regolamento ha infatti per oggetto la valorizzazione delle attività agroalimentari e artigianali tradizionali locali, che costituiscono una risorsa di sicuro valore economico, culturale e turistico, ma ancora uno strumento di promozione turistica dell’immagine del nostro Comune. Ho lavorato all’istituzione di un marchio denominato DE.CO, esclusivamente dedicato a prodotti locali di Paternò, per contraddistinguere la totale paternesità di prodotti agroalimentari e artigianali generati nel nostro territorio, e assegnare questo marchio alle varie attività che quotidianamente si impegnano nella produzione e nella lavorazione dei nostri prodotti tipici locali. Ribadisco che questo mio nuovo regolamento lo intendo di grande livello politico e socio economico, ma anche un grande progetto di marketing territoriale e culturale.

Qual è la situazione in cui versa attualmente il Partito Democratico a Paternò ed in Consiglio Comunale?
La situazione in cui versa il Pd è sotto gli occhi di tutti. Il malessere diffuso tra i nostri militanti dovrebbe far riflettere su chi oggi governa la nostra città e che purtroppo con scelte non comprese e spesso imposte con metodi poco democratici ha portato all’odierno calo di partecipazione alla vita del nostro partito. Molti vorrebbero ridare dignità al partito ma occorre farlo con particolare urgenza ricostruendo e ritrovando sintonia tra la classe dirigente e il corpo allargato del Pd, formato da tutti gli elettori, i sostenitori e da coloro che vogliono rivedersi all’interno del primo partito italiano. Il Partito Democratico, compreso il gruppo consiliare, deve ritenere necessario e non più rinviabile imprimere una svolta decisiva alla gestione politico amministrativa del Comune ritornando a parlare di politica di interesse pubblico anche al costo di rottura. Il Pd deve ricominciare a fare politica coinvolgendo tutte le forze sociali ed economiche, promuovendo iniziative per far uscire la città da questa crisi che da troppo tempo sta vivendo, perchè sono certo che la partecipazione diretta e capillare di tutti i cittadini sia il lievito che manca per farci crescere.

Spieghi i motivi cardine che hanno portato alle sue dimissioni da capogruppo. È vero che la vorrebbero fuori dal Pd?
Ho deciso con grande rammarico di dimettermi da capogruppo per la mancanza di dialogo e confronto e fiducia tra me e l’amministrazione, elementi indispensabili per una reciproca partecipazione politica. Non potevo restare con questa amministrazione che si è presentata come l’alternativa, si è invece dimostrata l’alternanza, inseguendo il vecchio modo di fare politica, dimenticando che quest’ultimo è stato sonoramente bocciato dai cittadini nell’ultima tornata elettorale. Non potevo restare con un’amministrazione sorda alle grida di una città oramai esausta. La mia personale impressione è che si sia appreso poco o nulla dagli errori commessi dalla precedente amministrazione e che si stia continuando un metodo politico profondamente sbagliato e dannoso, per l’amministrazione, per gli amici del Pd che fanno finta di non capire, e per tutto il partito. Spero di sbagliarmi, ma continuando così difficilmente riporteremo il Pd al risultato del 2012. Sul fatto che qualcuno mi vorrebbe fuori dal partito, non mi risultano a riguardo posizioni pubbliche.

Come reputa la candidatura della presidente del Consiglio Comunale, Laura Bottino? Ritiene che sia venuto oggettivamente meno il suo status super partes, motivo per cui sarebbe opportuno che lasciasse il suo incarico?
Dov’è scritto che il presidente del Consiglio non possa avere velleità politiche? In qualsiasi istituzione politica ognuno ha il diritto di candidarsi. Certo nel panorama politico italiano, soprattutto nel nostro partito, ci sono altri che hanno occupato direttamente le istituzioni attraverso scorciatoie inedite, ma penso che non sia il caso dell’amica Laura. L’importante è che assolva al suo compito con imparzialità e correttezza e applichi esattamente il regolamento del Consiglio Comunale. Il partito, a tal proposito, dovrà essere chiamato a discutere e decidere democraticamente.

La presidente Bottino ha recentemente effettuato il suo passaggio al Pd, per poi lasciare il gruppo consiliare e non il partito. Adesso che la stessa Bottino è candidata, come intende comportarsi il partito che lei storicamente rappresenta? Crede che si avanzerà una proposta alternativa sia a Mauro Mangano che a Laura Bottino?
Come intende comportarsi il partito lo si deve chiedere al partito e non di certo solo a me e comunque ancora gli organi statutari preposti alla valutazione dei candidati non si sono riuniti. Personalmente, nelle decisioni importanti ho sempre cercato di operare con calma e a mente serena perché reputo che la fretta generi l’errore in ogni cosa. Per il momento mi bastano due candidati, anche se il detto suggerisce che non c’è due senza tre.