Paternò. Lettera aperta a Condorelli, Rinina e Virgolini

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rinina condorelli virgoliniCari consiglieri Condorelli, Rinina e Virgolini,

la situazione sociale ed anche quella politica della città hanno raggiunto un livello di precarietà senza limiti, dove per precarietà ci si riferisce alla bassezza del dibattito politico e dei temi che lo costituiscono, oltre che ai termini coi quali questi ultimi si sviluppano. Siete stati eletti all’opposizione di questa compagine di governo della città. Due di voi con un candidato sindaco rappresentante del cosiddetto centrodestra, l’altro in una coalizione moderata e rappresentante anch’essa di un progetto moderato. Le motivazioni per le quali in numerose occasioni (anche recenti) avete teso la mano a questo sindaco espressione del centrosinistra sono tutte private, vostre e solo vostre. Più di un addetto ai lavori è disposto a giurare che questo metodico sostegno sia stato dignitosamente ricambiato dal sindaco per vie diverse da quelle specificatamente politiche e palesi. Potrebbe anche essere, non è nostro compito stabilire se questo è o non è accaduto. Nostra precisa missione è quella di stabilire cosa è o non è giusto, in prospettiva, per la città e per i cittadini. Ed eventualmente informarli.

Peraltro, ritenere che questi ultimi siano dei fessi è una pratica ignobile. Su questo concorderete certamente anche voi. Perchè perpetrare, quindi, percorrendo la strada dell’ambiguità politica? Forse qualcuno è convinto che certi meccanismi non siano alla portata dei meno informati? Non è così. I cittadini sono esattamente al corrente delle diverse dinamiche consiliari e politiche più in generale, figuriamoci i giornalisti. In sede di approvazione del nuovo aumento dell’addizionale Irpef, anziché uscire dall’aula come fatto dai numerosi altri componenti dell’opposizione insieme anche al capogruppo del Pd Ignazio Messina – in piena e aperta polemica col suo stesso partito e sulla strada delle dimissioni – due di voi (i soli componenti dell’opposizione ad essere presenti) sono rimasti in aula mantenendo in attivo il numero legale della seduta consiliare, e permettendo alla maggioranza di votare un’aliquota dello 0,8% dopo il recentissimo dimezzamento allo 0,4%. Il consigliere Virgolini ha più volte dichiarato anche pubblicamente che le battaglie si combattono all’interno dell’aula e non fuori. E che il suo voto, insieme a quello di Condorelli, è stato comunque contrario all’aumento dell’addizionale. Vero, è dimostrabile. Ma avreste votato allo stesso modo se il resto dell’opposozione fosse rimasta presente e compatta in aula sul “no” al nuovo aumento dell’addizionale comunale sull’Irpef? Rispondete come ritenete di voler rispondere. Non tutti ci crederanno, e probabilmente avranno ragione.

Tra voi c’è anche un giovane della politica. A lui l’appunto più pizzuto. Quale strategia nel farsi credere chissà dove, restando invece incredibilmente e di proposito lontano (non troppo) dall’assise civica nel momento politicamente più importante? Quale prospettiva produrrà tutto questo? Di giorno offrite aiuto costante al sindaco (più o meno palesemente), mentre la notte cercate di costruire una specie di alternativa a questa compagine amministrativa. Ma quale alternativa? Con chi? Quando? Si faccia chiarezza. In quest’ottica, un plauso ai consiglieri Salvo Comis e Ionella Rapisarda, anche loro eletti dai cittadini all’opposizione. In cambio di un assessore (Comis) e di un proprio “rappresentante” all’Azienda Municipalizzata Acquedotto (Rapisarda), hanno offerto un aiuto senza ambiguità al primo cittadino. A loro giungano i nostri complimenti per la coerenza, giudicheranno gli elettori se hanno fatto bene o male. E voi tre? Quale premio per tanta gentilezza? Quale contraccambio?

Si decida una chiara e cristallina strategia politica. Proprio sull’addizionale Irpef, peraltro, pesava un fortissimo pronunciamento popolare merito del lavoro di un comitato spontaneo di cittadini rappresentati da Vito Brullo, Aldo Motta e l’ex candidato sindaco Nino Naso, oltre che un parere ufficiale del Collegio dei Revisori dei Conti comunali. Si dica chiaro e forte come stanno le cose. Al diavolo le opposizioni costruttive. Le opposizioni o sono opposizioni (perchè controllano e si oppongono, in linea con il mandato degli elettori) o sono alleate di chi governa, nei modi e nelle maniere che meglio convengono a chi collabora e a chi è collaborato. Un conto è votare favorevolmente in merito a provvedimenti ritenuti positivi per la città, un atteggiamento estremamente positivo e segno di una forza politica – e dei relativi rappresentanti – che guarda politicamente agli interessi di tutti. Altro conto è una pratica collaborazionista più che ricorrente, talvolta insensata, improduttiva (per la città, non per chi la pratica) e priva di qualsiasi prospettiva politica futura. In soldoni: decidete con chi stare e abbandonate i veri populismi.

Andrea Di Bella

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