SEGNI DEI TEMPI – “Temptation Island” ed il senso della coppia

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Temptation-Island

È iniziato anche quest’anno un programma in Tv dal titolo Temptation Island: sei coppie, tutte non sposate e senza figli, decidono di mettere in gioco la loro relazione, vivendo separate per 21 giorni all’interno di un relais in Sardegna. Le ragioni per le quali le sei coppie hanno scelto di avventurarsi in questo viaggio sono: voler verificare la forza della propria relazione e la felicità nella loro vita di coppia. Questi 21 giorni sono l’occasione per conoscere meglio loro stessi, il modo di relazionarsi con gli altri e di ripensare ai limiti o alla forza delle loro relazioni, attraverso una metodologia particolare che è quella della tentazione. Infatti, gli uomini soggiornano con dodici giovani donne single e altrettanto fanno le sei donne fidanzate che vivono il loro periodo di distacco dai propri partner insieme a dodici uomini single. Tra queste coppie ce n’è una di Paternò, che però, grazie a Dio, ha lasciato il programma. Vogliamo chiamare col proprio nome questo tipo di programma? È un “corso di preparazione al matrimonio” moderno, e laico nel senso peggiore del termine. E naturalmente che cosa si può insegnare a delle coppie moderne che intendono formare una famiglia? A tradirsi o almeno a cercare di resistere alla tentazione, ma sappiamo che, da che mondo è mondo, non è facile resistere al fascino del trasgredire e sono sicuro che neanche agli autori del programma interessa tanto che queste coppie sappiano resistere. Tutto diverso da quello che la Chiesa cerca di fare con grande passione e sacrificio, con amore e impegno verso i giovani fidanzati che chiedono di celebrare il matrimonio. Essi vengono accompagnati con degli incontri con i quali si cerca di aiutarli a realizzare un progetto di vita fondato sull’amore, sulla comunione, sulla fedeltà, sulla fede che rende ancora più forte l’amore, sul perdono, sull’impegno a testimoniare l’amore attraverso la vita morale e la carità verso gli ultimi. Come si vede tutta un’altra cosa, rispetto alla mentalità di un mondo pagano che preferisce giocare con le debolezze umane e deresponsabilizzare l’uomo, piuttosto che trasmettere valori e virtù che sono le colonne portanti di una stabile, bella, serena e duratura vita coniugale e familiare. Del resto Gesù l’aveva detto che “i figli di questo mondo verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce”, ma non sempre la scaltrezza è per il bene dell’uomo e fa il suo bene.

Padre Salvatore Alì

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