SEGNI DEI TEMPI – Troppi cristiani rischiano di inseguire il relativismo

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preghiera2Nel capitolo 11 della seconda lettera di S. Paolo ai Corinzi (vv.1-11), l’Apostolo Paolo, a chi contesta la sua autorità apostolica, con un tono pieno di dolore, ma anche severo e preciso, appassionante e fiducioso, mette in guardia i corinzi da quei “superapostoli” che con le loro tesi li disorientano e li allontanano dal Vangelo e da Cristo. Paolo è spinto da una gelosia apostolica, che scaturisce da un grande amore per la comunità di Corinto. Ai Galati rivolgerà lo stesso rimprovero, con parole più dure e severe (3, 1-5). Ma tra le righe emerge la fragilità e l’incoerenza dei corinzi che si lasciano trasportare da idee e ideologie antievangeliche, tanto da rischiare di non rimanere fedeli in ciò in cui si crede, ma di accettare ogni cosa acriticamente. Papa Benedetto ha smascherato questo atteggiamento chiamato relativismo e nell’omelia pronunciata durante la “Missa pro eligendo Pontifice” del 18 aprile 2005, ebbe a dire: «Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare qua e là da qualsiasi vento di dottrina, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie. Noi, invece, abbiamo un’altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo. È lui la misura del vero umanesimo. ‘Adulta’ non è una fede che segue le onde della moda e l’ultima novità; adulta e matura è una fede profondamente radicata nell’amicizia con Cristo». Molti cristiani corrono lo stesso pericolo dei Corinzi, perché, in fondo, trovano il vero cristianesimo troppo esigente e vivendo in una società come quella attuale, dove ciascuno dice e fa quello che vuole, si lasciano tentare al punto da scivolare verso la deriva del relativismo. Quante volte sentiamo espressioni come queste: Fanno tutti così… In fondo, cosa c’è di male?… Ho la mia coscienza, non ho bisogno della Chiesa… Sono un cattolico adulto, non un bigotto… Per questo non mi stupisce se alcuni giorni fa alcuni Scout che erano andati a Roma per incontrare il Papa, dopo averlo ascoltato, nel pomeriggio sono andati a sostenere le tesi di chi sfilava al gay pride, applaudendo e urlando: “Siamo con voi”. Non mi stupisce, ma mi rattrista perché, come ci dice Gesù, se il sale perde il sapore, come potrà dare sapore alle cose?

Padre Salvatore Alì

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