“Renzi non ridurrà le tesse”

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silvio-berlusconi-586x430Renzi non ridurrà le tasse perché la sinistra ha nella sua cultura come traguardo massimo la conquista e l’espansione del potere che significa espandere la spesa pubblica e quindi le tasse”. Silvio Berlusconi, ospite della trasmissione Virus su RaiDue condotta da Nicola Porro, tuona ancora una volta contro il capo del governo e spiega quale sarebbe la ricetta che adotterebbe lui: “Toglierei prima la tassa sulle abitazioni e, la seconda che toglierei, è quella sulla successione”.

 

E sull’ipotesi di sedersi a un tavolo col segretario del Pd ha spiegato: “Non lo so perché Renzi invece di guardare agli interessi del Paese guarda al suo interesse. C’è poi una profonda differenza tra me e lui, lui ha la metà dei miei anni e questa è una fortuna ma io ho 40 in più di esperienza. Poi lui è un politico di mestiere, io li conosco benissimo, molti sono saliti sul carro di Fi fino a quando gli è convenuto poi hanno fatto la loro piccola formazione per fare i leader. Ci hanno tolto un peso”. Ripercorrendo la sua carriera politica, il Cav ha poi dichiarato: “Davvero non mi sarei aspettato di dover restare dentro un settore come la politica per così tanti anni. Io sono un imprenditore, quello è il mio mestiere ma nel ’94 ho sentito una responsabilità e vidi che l’unica possibilità era quella di fare un nuovo partito e che dovevo essere io a guidarlo. Io sono un nemico da abbattere: ho 65 processi, ho speso 565 milioni in avvocati e ho dato più di 500 milioni a De Bendetti quando la mia proprietà, la Mondadori, vale 120 milioni. Questo significa essere qualcuno che la magistratura di sinistra vuole far fuori”.

 

Poi la bordata all’Europa di oggi: “Si è trasformata in un’entità burocratica che diffonde regole controproducenti”. E sulla politica estera e l’emergenza immigrazione ha spiegato: “Gheddafi l’avevo addomesticato, gli dissi: tu sei una bestia, io ti devo addomesticare. Mi regalò tre cammelli, padre madre e figlio, devo ancora ritirarli dallo zoo di Tripoli. Gheddafi era strano, ma non cattivo. Io ho avuto tre Capi dello Stato ostili uno di questi radunò le commissioni Difesa del Senato e della Camera e decise di intervenire con la guerra in Libia insieme alla Francia. Io non mi potei opporre perché il premier non ha poteri, nella notte volevo dimettermi ma la mattina dopo mi implorarono di non farlo e così feci, forse sbagliando. Non sono riuscito ad evitare la guerra in Libia perché già allora c’era una carenza di leadership in Europa da far paura. E adesso è ancora un disastro come l’occidente reagisce alla Libia o agli Stati Islamici”.

Il Giornale

 

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