SEGNI DEI TEMPI – Non si può credere in Cristo e dissentire dalla Chiesa

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Negli Atti degli Apostoli 11, 26 si dice che “Ad Antiochia, per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani”, un appellativo che indicherà i discepoli di Cristo di tutti i tempi. Ma cosa significa cristiani? Certamente l’essere cristiano non è un distintivo, un ornamento, non è un titolo che ci si ritrova solo perché si nasce in un paese dalle radici cristiane. Essere cristiani significa innanzitutto credere in Gesù il Figlio di Dio e conformare, uniformare il proprio modo di pensare e la propria vita a Lui e al suo insegnamento. Essere cristiani è questione di sequela, di imitazione; come dice S. Paolo avere “… gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù’”(Fil. 2, 5). Non è questione di culto, di pratica religiosa; non è sufficiente bazzicare di tanto in tanto in una chiesa o partecipare in certe occasione a qualche sacramento; non basta essere scritti in un registro di battesimo per essere cristiani: se non impostiamo la vita nelle sue varie sfaccettature, individuale, sociale, familiare, politica, in Cristo non ci si può dire suoi seguaci e quindi cristiani. C’è, però, un altro aspetto che caratterizza l’essere cristiano e cioè l’accettazione e l’amore per la Chiesa, perché Cristo e la Chiesa formano un’unica realtà, per cui non si può credere in Cristo e dissentire dalla Chiesa: è un controsenso. In questi giorni si è saputo che tra le religioni, quella che è aumentata di numero a livello mondiale, è la religione cattolica con un incremento dell1,5%. Questo ci rallegra e ci fa ben sperare perché ci dice che Cristo ancora oggi affascina, attira, innamora, cambia la vita di tanta gente che diventa nuova linfa per la Chiesa e per il mondo. Di contro sempre negli stessi giorni abbiamo assistito all’approvazione della legge sul divorzio breve votata a stragrande maggioranza dal Parlamento e quindi anche da quei politici che, durante le elezioni per non perdere voti fanno professione di ‘essere cristiani’, entrano ed escono dalle parrocchie, si fanno fotografare con esponenti dell’alta gerarchia ecclesiastica, ma poi in concreto impostano la loro vita al di fuori dei canoni proposti da Cristo, facendosi sostenitori e a volte anche promotori di leggi che contraddicono i valori cristiani. Intendiamoci, il Parlamento di uno Stato laico e democratico, è libero di legiferare come vuole e ciò che vuole, ma almeno, per coerenza, molti dei suoi componenti abbiamo la dignità di non scomodare Cristo ed evitare di fregiarsi del nome “cristiano”.

Padre Salvatore Alì

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