Dopo le Regionali Berlusconi lancia nuovo movimento

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berlusconiHa riaperto Villa Certosa per ritrovare almeno un pezzo della serenità perduta, per placare il malumore e il fastidio che il suo partito ormai indomabile gli provoca ogni giorno di più. Silvio Berlusconi è volato in Sardegna e accanto a sé ha voluto i figli, la compagna Francesca, la fedelissima Mariarosaria Rossi, perché anche quando vorrebbe lasciar perdere e mollare tutto, la spinta a resistere e a riprendere le redini resta. È arrabbiato il leader azzurro, pronto dicono i suoi a «reagire». Non è solo Fitto a guastargli l’umore. Per Berlusconi, con lui non c’è margine di ricucitura, non esiste possibilità alcuna di salvare un rapporto politico e umano completamente consumato. L’ex premier pensa che l’unico interesse di Fitto — e la prova provata sarebbe nell’intervento di ieri nel suo blog personale nel quale contesta alla Rossi la legittimità a firmare le candidature — sia quello di conquistare la stanza dei bottoni di un partito che lui, e solo lui, ha permesso nascesse e vivesse fino ad ora. Un partito di sua proprietà — «Ci ho messo 119 milioni di fidejussioni» ripete spesso —, che nessuno può permettersi di ereditare senza la sua volontà.

La Puglia insomma non vale un compromesso col nemico che ha osato sfidarlo attaccando la sua leadership. Piuttosto, è la tentazione delle ultime ore, venga messo in pista un altro candidato, magari quella Adriana Poli Bortone che a Fitto può creare problemi, e poi chi ci sta, ci sta. Sarebbe un modo anche di stanare «tutti quelli che vogliono indebolirci, che vogliono una FI non più centrale per poi ridisegnare un nuovo schieramento moderato mettendo me da parte». È questo il pensiero che gli rovina l’umore in questi giorni, ed è rispetto a queste «manovre» che Berlusconi sta cercando il modo di «reagire». Il centrodestra che fu, per lui, non è più«ricostruibile», la formula è superata, quell’esperienza è finita. Se gli alleati, come crede, stanno cercando di ridurre il peso di FI per far contare ogni pezzetto di consenso mettendolo in disparte, se si stanno facendo «giochini» sulle alleanze tenendolo sulla corda, allora è il momento appunto di «reagire». E la strategia immaginata procede su due binari. Adriana Poli Bortone

Il primo è l’addio a una classe dirigente che, per Berlusconi, ha fatto il suo tempo. Bisogna «svecchiare», «rinnovare», e a chi scalpita o minaccia di andarsene è ora di indicare la porta, da Fitto a tutti gli altri. Certo, le liti «non ci aiutano, gli elettori non ci capiranno, ci puniranno, perderemo molti consensi», ma le regionali per Berlusconi restano «un passaggio», dopo il quale bisognerà ricostruire un nuovo centrodestra basato su un nuovo progetto e un nuovo contenitore, chi ci sta ci sta, dentro e fuori Forza Italia. Daniela Santanchè sembra tradurre i desideri di Berlusconi quando invita tutti i suoi colleghi a stare uniti «indossando la maglietta di Forza Italia per batterci al meglio alle regionali», ma soprattutto quando dice che dopo il voto bisognerà«rinunciare tutti a sigle di partito, a personalismi e piccole convenienze» per costruire «come avviene in tutta Europa un partito conservatore» che si opponga a quello riformista o della Nazione guidato da Renzi e «lo sfidi».

Non Forza Silvio dunque, non una nuova avventura personale, ma qualcosa di contrapposto al modello di partito renziano, del quale lui potrebbe essere ispiratore e padre nobile. Nel frattempo, certo, non arrivare all’appuntamento con la dissoluzione di Forza Italia aiuterebbe, e Berlusconi un suo impegno diretto per la campagna elettorale lo ha promesso. Sono infatti quattro le regioni in cui i suoi ritengono che il partito possa ottenere un risultato o importante — Veneto e Campania — o almeno molto onorevole, Liguria e Umbria. Per sostenere Toti e Caldoro, Silvio Berlusconi scenderà in campo direttamente, per il resto si vedrà, non bisogna caricare di troppi significati queste urne. Perché l’appuntamento è per il dopo Regionali. Per lui come per i suoi avversari.

Corriere della Sera – Paola Di Caro

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