SEGNI DEI TEMPI – Una riflessione sulla famiglia e sulla “diversità”

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Spesso noi cattolici siamo accusati di essere chiusi e poco accoglienti. Forse è vero: amiamo stare tra noi, al sicuro dei nostri ambienti, non solo durante le celebrazioni religiose ma anche in altri momenti. Questo, però, non significa che siamo chiusi agli altri ed escludiamo chi è diverso o chi non la pensa come noi, perché sappiamo che anche chi si lascia guidare da retta coscienza può agire con onestà e rettitudine. Per questo siamo “obbligati” al rispetto e all’ascolto di tutti, uno stile testimoniato dalle innumerevoli iniziative pastorali che attenzionano, accompagnano, formano e aiutano l’uomo in tutte le situazioni della vita. Alcuni giorni fa è scoppiata, tanto improvvisa quanto breve, una polemica tra personaggi famosi su temi molto delicati come quelli della famiglia e della fecondazione in vitro. Alla dichiarazione di due famosi stilisti che sostenevano di credere nella famiglia naturale costituita da padre, madre e figli, così come è stata quella in cui essi sono cresciuti e inoltre di non essere favorevoli ai figli frutto della fecondazione in vitro, rispondeva un famoso cantante, seguito da tanti altri suoi colleghi, che bollava queste dichiarazioni come “arcaiche e bigotte” e lanciava una campagna di biocottaggio dei prodotti degli stilisti. Devo dire che personalmente non ho condiviso l’affermazione che i bambini nati dalla provetta sono “sintetici”: una vita umana è sempre una vita bella che va rispettata e onorata. Nello stesso tempo, però, non capisco l’attacco isterico e feroce verso chi, pur rispettando in modo civile le scelte degli altri, è per la famiglia naturale. Credo che in questa occasione, e non solo in questa, si è visto come nella nostra società si è persa la capacità di saper ascoltare le ragioni degli altri, cercando magari di comprenderle, ma soprattutto di rispettarle. Quando non si è capaci di far ciò, trionfa l’individualismo, con il risultato che l’uomo si ritrova sempre più solo e incapace di vivere in pace con i suoi simili. Papa Francesco, con la scelta di mettersi in ascolto dei fedeli in vista del Sinodo sulla famiglia, senza paure e preconcetti, insegna che solo attraverso questa strada si può cercare di costruire una società più umana e più civile, vincendo quell’individualismo sfrenato che tanto male ha fatto e fa a tutti.

Padre Salvatore Alì

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