Guai per NCD. Dopo Castiglione tocca a Lupi e Bonsignore

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Il Ministro Maurizio Lupi con Vito Bonsignore candidato NCD durante la conferenza stampa all'Hotel Ambasciatori, Torino, 28 Aprile 2014 (ANSA)

Il Ministro Maurizio Lupi con Vito Bonsignore candidato NCD durante la conferenza stampa all’Hotel Ambasciatori, Torino, 28 Aprile 2014 (ANSA)

Tempi duri per l’NCD di Angelino Alfano, lo scrive il quotidiano siciliano online “SiciliaJournal”. Dopo essere piombato al  minimo storico del 2%, e la “grana Castiglione” relativa alla gestione del Cara di Mineo, il partito dovrà fare i conti con una nuova tegola. Mazzette in cambio di appalti truccati. E’ proprio il caso di dirlo: non è cambiato nulla. Dopo cinque anni dall’inchiesta “G8″ che ha visto come protagonista la tanto declamata “premiata cricca” Balducci, De Santis, Della Giovampaola, Rinaldi, Anemone, nella mattinata di ieri gli stessi magistrati della Procura di Firenze che avevano sollevato il caso hanno presentato il secondo capitolo della storia.

Quattro gli arresti fin qui, cinquanta gli indagati e cento le perquisizioni che hanno coinvolto diverse società, tra cui Rfi (Rete Ferroviaria Italiana, controllata da Ferrovie dello Stato), Anas international Enterprise, Ferrovie del Sud Est Srl, Consorzio Autostrada Civitavecchia- Orte-Mestre, Autostrada regionale Cispadana Spa, Autorità portuale Nord Sardegna. Tra gli arrestati figura anche Ercole Incalza, ex capo della Struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (in pensione dal dicembre scorso), con l’accusa di corruzione. Il ministro Maurizio Lupi lo aveva definito “una delle figure tecniche più autorevoli che il nostro Paese abbia sia da un punto di vista dell’esperienza tecnica nazionale che della competenza internazionale”: autorevole lo è, nel suo “ruolo” di collegamento tra affari e politica.

L’NCD, però, è al centro della questione: tra gli indagati, infatti, spunta il nome dell’ex eurodeputato Vito Bonsignore, coinvolto nell’affare per la Orte-Mestre e cugino di Pino Firrarello. E Lupi, in tutto questo, cosa c’entra? Il nome del ministro compare più volte nelle carte, compresa l’intercettazione della telefonata con Incalza sull’importanza della Struttura Tecnica di Missione: “…ti garantisco che se viene abolita la Struttura Tecnica di Missione non c’è più il Governo!”, spiega Lupi, minacciando una possibile crisi interna. Dietro ciò, poi, l’ombra di alcuni favori a beneficio del figlio del ministro, Luca Lupi, tra incarichi di lavoro e Rolex. Insomma, l’NCD è nel caos, e la profonda ferita, apertasi con l’indagine su Giuseppe Castiglione, potrebbe presentare un conto salato ad Angelino Alfano.

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