Paternò, su "La Sicilia" il NCD apre a Mangano. Poi la smentita dal partito

Apertura particolare, questa mattina, sulla sezione paternese del quotidiano “La Sicilia”. Dopo la mozione di sfiducia al sindaco di Paternò, Mauro Mangano, che non ha ottenuto i 20 voti necessari per poter passare in Consiglio Comunale, e dopo aver verificato però che da sabato scorso questa amministrazione non ha più maggioranza (14 del centrosinistra contro 15 delle opposizioni), esce fuori una dichiarazione del consigliere comunale Pietro Cirino, esponente di Nuovo Centrodestra e componente della direzione nazionale del partito. Si legge nel pezzo, a firma Mary Sottile: “La maggioranza chiude all’opposizione, mentre quest’ultima tenta di trovare uno spiraglio di dialogo: “Il sindaco non ha più la maggioranza in Consiglio – evidenzia il consigliere Pietro Cirino (NCD) – quindi c’è la necessità di un confronto con la minoranza. Siamo pronti a discutere argomenti che guardano al bene della città”. Un passaggio che nelle prime ore del mattino ha fatto scoppiare un piccolo caso politico.

Il coordinatore cittadino di NCD, il consigliere Guerrina Buttò, ed il capogruppo Marco Tripoli (poi aggiuntosi anche Cirino), hanno di fatto fugato ogni dubbio circa lo spirito collaborazionista che trapela dalle parole trascritte dal quotidiano La Sicilia. Poi giunge la smentita a mezzo comunicato stampa congiunto, firmato da Buttò, Tripoli e lo stesso Cirino. Si legge nel comunicato: “Al fine di evitare ogni qualsiasi possibilità di confondere quali siano i personali intenti di taluni consiglieri volti a tendere una mano al Sindaco Mauro Mangano e alla sua Amministrazione così come già si è verificato per l’approvazione dell’aumento IRPEF, il NCD cittadino tiene a precisare alla cittadinanza tutta la sua estraneità a qualsiasi tipo di trattativa volta a rinforzare la compagine di maggioranza la quale, esclusivamente alla luce della votazione della mozione di sfiducia ultima scorsa, sembrerebbe non abbia più i numeri in consiglio Comunale“. Azzardo dell’intervistato, quindi, o forzatura della giornalista de La Sicilia?