Paternò, ancora Cantastorie: “I Busacca rivogliono tutto? Vengano loro”

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ciccio busacca

Il cantastorie paternese Ciccio Busacca

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del legale della signora Cettina Busacca, una degli eredi dei più famosi cantastorie siciliani Ciccio e Nino Busacca. Dopo avere chiesto la restituzione dei beni della famiglia, offerti gratuitamente all’Ente Comunale per l’allestimento del piccolo teatro paternese dedicato proprio alla storia dei Cantastorie siciliani e paternesi, il sindaco di Paternò ha risposto con una nota stampa ufficiale in cui ha dichiarato che “Al più presto restituiremo tutti i beni alla famiglia”, tralasciando però il particolare secondo cui nella missiva legale la famiglia Busacca chiedeva la restituzione entro e non oltre dieci giorni dalla ricezione della diffida. Periodo di tempo trascorso senza che l’amministrazione si attivasse. Al che, il legale della signora Busacca si è nuovamente attivato inviando un’ulteriore diffida con termine ultimo di tre giorni. Qualcuno finalmente s’è fatto vivo, ma non si tratta del Comune di Paternò, bensì di rappresentanti di una non meglio identificata associazione che avrebbe comunicato alla famiglia che i beni sono pronti per essere ritirati. Di seguito il testo integrale della seconda diffida legale dei Busacca.

“Oggi la sottoscritta Cettina Busacca ha ricevuto oggi (5.2.2015) una telefonata da un’artista che collabora con la Casa Museo del Cantastorie che con gentilezza mi ha comunicato che tutti i beni di noi eredi Busacca erano già impachettati e pronti per essere ritirati e che dovevamo contattare entro la mattina un altro collaboratore della Costituenda Casa Museo e con lui concordarci. Anch’egli con gentilezza ci ha spiegato che la consegna dei nostri beni doveva essere concordata con le sue esigenze di orario lavorativo. Come è mai possibile che noi chiediamo la restituzione dei nostri beni al sindaco di Paternò Mauro Mangano (il primo cittadino in una nota ufficiale ha affermato “Restituiremo i beni alla famiglia Busacca”) ed adesso veniamo convocati da privati cittadini?

Siccome noi siamo attenti alla legge ed operiamo in maniera trasparente, consultateci con il nostro legale, avv.Gabriella Torrisi, chiediamo pubblicamente al sindaco di Paternò che la restituzione dei nostri beni avvenga in maniera corretta e secondo le regole. Deleghi il sindaco un assessore o un dipendente del Comune, e faccia attuare le procedure previste dalle normative. Noi non possiamo andare in un museo (locale pubblico) ed aver restituiti i beni da dei privati. Ma quale confusione regna nell’amministrazione di Paternò? Facciamo inoltre presente che allo stato attuale, per quanto di nostra conoscenza non esiste ancora un’associazione culturale che ha avuto la gestione della Casa Museo del Cantastorie. Non possiamo ricevere i nostri beni dai privati, potrebbero insorgere questioni giuridiche, lo diciamo anche a tutela delle istituzioni locali verso le quali nutriamo profondo rispetto.

Non è nel nostro compito né è nostra volontà intervenire sull’eventuale caso di confusione fra pubblico e privato a Paternò. Spiace dover intervenire nuovamente, nessuna volontà polemica, ma è importante che sul piano morale e giuridico tutto avvenga con la massima trasparenza. E riteniamo opportuno che l’opinione pubblica debba essere informata. Mettemmo a disposizione in maniera gratuita e momentanea i beni dei Busacca per amore verso la città. Dopo quasi un anno dall’apertura della Casa Museo dei Cantastorie, durante il quale nessuna opera di custodia e salvaguardia di tale patrimonio culturale è stata posta in essere da parte dell’amministrazione Mangano, nonostante i locali nei quali si trovano i nostri beni siano di proprietà del Comune, abbiamo ritenuto che la misura era colma. Ricordiamo che è stato scritto sui media che il 90% della Casa Museo del Cantastorie è rappresentato dai nostri beni (famiglia Busacca), ed il sindaco non ha trovato il tempo di ringraziarci. Anzi, ha trovato il tempo per fare satira, beato lui che ha tutto questo tempo.

Inoltre, sottolineiamo che la famiglia Busacca non ha percepito un euro dall’amministrazione Mangano. Nulla c’entriamo con le polemiche sulla “famosa” delibera del 31 dicembre con la quale sono stati dati 18 mila euro a progetti culturali collegati alla Casa Museo. Lo abbiamo fatto per spirito di volontariato e ricordo della memoria dei Busacca. Nessuna polemica, ma i fatti sono questi. Comprendiamo che può aver dato fastidio il fatto che pubblicamente abbiamo detto che invitiamo il sindaco a non fare campagna elettorale con la memoria di Cicciu Busacca, così come abbiamo invitato tutte le forze politiche di ogni colore di evitare future strumentalizzazioni. Ed abbiamo diffidato chiunque volesse utilizzare i diritti d’autore e d’immagine dei Busacca a fini di business. Anche i diritti di immagine appartengono a noi eredi e li faremo rispettare secondo le norme di legge. Rimaniamo invece aperti a dialogare con tutti coloro che vorranno fare vero volontariato per ricordare la memoria dei Busacca, che sono un bene culturale e storico di Paternò, della Sicilia e dell’Italia”.   

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