Immigrazione. Giorgia Meloni vuole cambiare la legge Bossi-Fini

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di Gabriella De Rosa

Nel Cdm del 4 giugno la premier Giorgia Meloni è intervenuto sull’annoso argomento dell’immigrazione illegale esprimendo la sua volontà di cambiare la legge Bossi-Fini. La normativa che prende il nome dell’ex leader della Lega Nord Umberto Bossi e dell’ex presidente di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini, regola da oltre vent’anni le politiche migratorie e di occupazione per gli stranieri nel nostro paese. Secondo Meloni è arrivata l’ora di cambiarla.

La legge che nel 2002, nel secondo governo Berlusconi, sostituì la precedente legge in materia Turco-Napolitano, prevede che in Italia può entrare solo chi ha un contratto di lavoro. Chi invece entra in Italia senza un permesso valido o senza un contratto di lavoro è considerato un immigrato irregolare e quindi deve essere immediatamente espulso. Solo chi è in possesso di un certificato di lavoro può avere il permesso di soggiorno, di cui è stata diminuita la durata da 12 a 6 mesi. La legge ha cercato di limitare gli sbarchi e introdotto l’obbligo di rilevamento e registrazione delle impronte digitali dei migranti.

Si tratta di una legge vecchia che in molti hanno espresso la volontà di sostituire perché ormai si riferisce a qualcosa che è cambiato. I flussi migratori non sono gli stessi di venti anni fa; quindi, questa legge è diventata obsoleta che non rappresenta più la realtà attuale del nostro paese. Il governo non ha ancora precisato su cosa interverrà e in che modo cambierà questa legge che ha fatto il suo tempo.

Ci sono molte cose che non funzionano in questa legge, come la clausola che un immigrato debba essere già in possesso di un contratto di lavoro al momento dell’arrivo, condizione singolare e che non ha portato benefici in questi anni e che anzi, ha portato ad un aumento dell’immigrazione irregolare.

Secondo Giorgia Meloni il sistema è fallito è bisogna subito correre ai ripari per interrompere il circolo vizioso che si è creato intorno all’immigrazione a beneficio della criminalità organizzata che usa le falle dei canali legali. Le ingerenze mafiose sul sistema di ingresso in Italia preoccupano la premier, secondo il monitoraggio dell’immigrazione. Ancora non è chiaro come il governo Meloni ha intenzione di modificare la normativa sui flussi migratori né quando arriverà un cambiamento.