Paternò, la morte del prof. Tomasello: “Solitario per scelta ma mai solo”

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di Giancarlo Ciatto

Professore Tomasello, come ti chiamavano tutti, anche se in realtà eri un maestro, e probabilmente avresti preferito esser chiamato maestro. Attenzione, maestro era Leonardo Sciascia. Ma si sa, il vezzo del piccolo borghese è sempre dietro l’angolo; dunque Professore è più pomposo, più barocco. Anche se a Nino Tomasello i barocchismi non piacevano, e non è un caso se “preferiva” la chiesa del Monastero ad altre che – diceva – somigliano troppo ai paternesi. Piccolo borghese o sempiterno “massarioto” nel caso nostro: figura sociologica (ce lo ha insegnato lui) dominante a Paternò, i cui tratti peculiari sono i tratti peculiari della Città. Quella Città che in fin dei conti – soprattutto la città che conta, diciamolo al di fuori dell’ipocrisia – non lo ascoltava molto, ma che oggi sarà pronta a celebrarlo, come sempre accade in questi casi.

Non so se Nino Tomasello fosse molto interessato alle celebrazioni da morto, quello che so per certo è che amava profondamente Paternò. Nella sua critica pessimistica (dunque realistica) non c’era mai rassegnazione e nelle sue parole “disperate” sono certo vi fosse tanta speranza. Inascoltato, messo ai margini a volte, ma mai emarginato. Solitario per scelta, ma mai solo. Le celebrazioni, certo, non possono essere evitate, ma la speranza è che almeno si raccolga qualcuno dei suoi insegnamenti. Ci ritrovavamo spesso d’accordo su molte cose, su altre meno. Ultimamente, ogni volta che ci incontravamo, mi prendeva in giro, salutandomi così: “Dal Vangelo secondo Ciatto”. Era il suo modo per farmi sapere che leggeva le cazzate che spesso mi trovo a scrivere. Il Maestro Tomasello è andato via in modo beffardo, come il più mancino dei tiri, e mi mancherà maledettamente non poter parlare con lui. Come al solito l’ho fatta lunga ‘Professore’ parliamo della Juventus…