Centrodestra. Prove di “partito unico” per le politiche 2023

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Il leader della Lega Matteo Salvini con sullo sfondo il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi.

La federazione resta, le modalità si fanno concrete e i tempi rallentano. Si guarda alle Politiche del 2023, non a domani in Parlamento, e anche se la politica corre veloce, c’è modo per metabolizzare, smussare, cambiare. Al momento, come è ovvio, l’entusiasmo per l’avvicinamento tra Forza Italia e Lega è soprattutto nelle menti dei leader che lo considerano necessario a imprimere una svolta agli equilibri politici, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, che ha di recente rilanciato la federazione. I contatti tra i due sono continui.

«Il rapporto più stretto tra forze del centrodestra è un’intuizione di Berlusconi» sottolinea il coordinatore azzurro Antonio Tajani. Aggiunge: «Berlusconi ha parlato spesso di partito unico, di una grande forza liberale conservatrice, magari in vista del 2023, quando si voterà». Berlusconi aveva già suggerito la svolta due anni fa, nel giugno 2019, come ricorda Licia Ronzulli, responsabile azzurra dei rapporti con gli alleati. In ballo adesso c’è anche il voto ai diciottenni per il Senato, la necessità di semplificare i messaggi e rendere il partito appetibile a un elettorato decisamente più composito come età e che al contempo ha bisogno di punti di riferimento chiari.

Salvini per la prima volta ne ha parlato ufficialmente al consiglio federale della Lega. «Avanti tutta con la federazione» lo slancio del segretario, cercando il piglio da capitano che è uno dei suoi soprannomi. «Con la pandemia il mondo è cambiato e anche la politica, è necessario essere meno divisi. Servono unità e concretezza», ha detto ai suoi, insistendo anche su un altro dei suoi progetti ricorrenti: «trovare una nuova collocazione politica unitaria anche in Europa». Più che un dibattito, il federale è stato un intervento di Salvini che ha illustrato e confermato ai suoi le prossime mosse.

«Niente di nuovo, né di definito sulla federazione» minimizzano i big, che puntano l’accento soprattutto su altri aspetti dell’immediato futuro: la manifestazione a Roma e la campagna per i referendum. Salvini, raccontano, ha invitato a «lavorare insieme con le forze che sostengono Draghi». In Lega si accelera sulla manifestazione del 19 giugno alla Bocca della Verità «Prima l’Italia», con l’intenzione di spingere per riaperture il più possibile ampie. I manifesti sono stati già affissi. E poi sulla campagna per i referendum sulla giustizia, che non piacciono a sinistra. Un pressing sui temi cari alla Lega e al «centrodestra di governo».

Berlusconi aveva parlato di «federazione» dei partiti di centrodestra (Fdi inclusa) già all’indomani delle Europee, nel giugno 2019, dopo l’exploit della Lega. Da lì era partita una discussione politica che nei progetti del fondatore di Forza Italia aveva come orizzonte le prossime politiche e come obiettivo programma unico e squadra di governo da presentare agli elettori prima del voto. Ronzulli, vicepresidente del gruppo azzurro al Senato e responsabile dei rapporti con gli alleati, oltre che convinta sostenitrice dell’asse con la Lega, rassicura: «Non ci saranno fusioni, né annessioni né gruppi unici».

Al rientro dalla pausa dovuta alla malattia, via web Berlusconi ha rilanciato alla grande l’idea, parlando per il futuro di «partito unico». Una prima prova del nuovo schema (premier, ministri, programma prima del voto) è alle Amministrative, con la scelta del tandem Michetti-Matone per Roma, e Vittorio Sgarbi possibile assessore alla Cultura. Formula che si prevede anche a Milano: l’ha appena rilanciata Gabriele Albertini che da tempo si propone come vice o prosindaco. Qualcosa del genere avverrebbe alle politiche del 2023: un modo per garantire gli accordi in modo ancora più solido. IlGiornale