Appena diffusa la notizia della sua morte, i social sono letteralmente esplosi, perché tanti, tantissimi, hanno ballato con la sua musica. Ed oggi che la pandemia ha spento da un anno le luci dei locali notturni, la nostalgia per le serate magiche che sapeva regalare si è fatta ancora più forte. Si è spento a 59 anni, nella sua casa di Cassino, Claudio Coccoluto, uno dei più noti dj italiani. Il più grande, secondo molti, capace di portare i suoi ritmi e le sue sonorità innovative da una parte all’altra del mondo.
Come ricorda il sito de Il Corriere della Sera, che ha dato la notizia della scomparsa, l’artista lottava da un anno contro una grave malattia. Lascia la moglie Paola e ai figli Gianmaria e Gaia. Aveva cominciato a giocare con i dischi da ragazzo nel negozio di elettrodomestici del padre a Gaeta, città di cui era originario. Le prime performance su Radio Andromeda, l’emettente locale, poi in altre radio pirata, e nelle discoteche, dove lo chiamano semplicemente C.O.C.C.O. o Cocodance. Da lì un’escalation che lo ha portato ad esibirsi in alcuni dei locali più noti al mondo della scena europea, a partire da Londra, e americana. Fu, ad esempio, il primo artista europeo ad esibirsi nel Sound Factory Bar di New York.
Una produzione mai scontata, sperimentando sonorità nuove della musica elettronica, che lui stesso definiva underground, per segnare uno stile tutto suo che miscelava i generi più disparati, dalla house di Chicago e Detroit fino ai ritmi latini, sempre con l’obiettivo di creare un feeling con il pubblico nei grandi party che lui guidava. Era ricercatissimo per i compleanni di personaggi noti, per serate organizzate da grandi aziende, ma anche per eventi musicali come gli Mtv Awards. Nel 2003 Pippo Baudo lo chiamò anche, primo dj italiano, nella giuria di qualità di Sanremo, dove poi tornerà per altre due volte per portare una voce diversa in un mondo apparentemente lontano dal suo. Ora sono in molti sui social a chiedere che il Festival, che partirà stasera, gli renda omaggio, ricordando anche il rapporto tra Fiorello e il dj, che suonò al suo compleanno, mentre la sorella dello showman Catena raccontò la sua storia le libro ‘Nati senza camicia’.
Il suo nome era indissolubilmente legato alle serate romane. Soprattutto al Goa, locale da lui fondato insieme a Giancarlino, che ora lo ricorda come “il maestro più grande e l’amico di sempre. Un artista fuori dal coro, sempre pronto a metterci la faccia con i media sia per gli aspetti gioiosi sia per i problemi del nostro settore”. E’, infatti, durante la pandemia, Coccoluto non ha mai mancato di ricordare i mille problemi del mondo dello spettacolo, fermo al palo.
In carriera anche collaborazioni con riviste, come L’Espresso, per raccontare la vita notturna in Italia, apparizioni nel mondo del cinema e, soprattutto, della tv. Con la ‘Iena’ Andrea Pellizzari realizzò nel 2001 il programma ‘Ibiza’, sulla vita notturna nell’isola. Fu ospite del “Maurizio Costanzo Show”, di “Lucignolo” su Italia 1, di “Fa la cosa giusta” su La7 e di “Matrix” su Canale 5, spesso per parlare del tema degli stupefacenti. Con l’amico Pierluigi Diaco, si spinse anche nel mondo della scrittura come, ad esempio, con ‘Io, Dj’ del 2007.
Tante attività, a dimostrazione della poliedricità dell’artista, che nel cuore aveva prima di tutto la musica, la sua collezione di oltre 70 mila vinili, quei vinili che mixava nel suo show cult “C.O.C.C.O.”, in onda su radio Deejay dal 2003 al 2009. Dal ’90 in poi produsse anche album come ‘Do It Whitout Thinkin’, ‘Afromarslight’, ‘Mind Melody 3.0’, ‘Imusicselection5 – Vynil Heart’, una sequenza unica di effetti mixati a mano libera. Collaborò anche con Jovanotti e con i Subsonica per il fortunato album “Microchip Emozionale”. E saranno sicuramente molti oggi, alla notizia della sua scomparsa, ad aver voluto riascoltare la sua hit ‘Belo Horizonti’, per riassaporare per un attimo la magia e il divertimento che seppe dare a tutti nell’estate del ’97. Ansa