“Meglio all’opposizione. Non ho nulla da perdere”

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Matteo Renzi, leader di Italia Viva.

Conte non ha capito che io non ho niente da perdere, non sono come Salvini che si giocava il Viminale. Se perdiamo in aula, a lui tocca governare con una maggioranza debole, un’agonia. E noi dall’opposizione recuperiamo voti. Se vinciamo, lui perde e se ne va a casa”: le parole attribuite a Matteo Renzi da Carlo Bertini in un retroscena pubblicato oggi da La Stampa sono esplosive e aprono scenari piuttosto foschi sulla soluzione alla crisi di governo dopo il Ciao sotto forma di richiesta di modifiche al Recovery Plan pronunciato dal leader di Italia Viva. Intanto Calenda dice che Renzi si sta “incasinando”. 

“Conte andrà a casa, io non ho niente da perdere”

L’esplosione più drammatica della crisi di governo deriva dalla tradizionale conferenza stampa a Palazzo Madama in cui il presidente del Consiglio ha apertamente sfidato il senatore di Scandicci: non vuole cedere la delega ai servizi segreti, boccia il Mes e non sembra nemmeno più convinto del rimpasto che aveva offerto nei giorni scorsi alle forze politiche. Ma a far arrabbiare Renzi è stata la frase sulla crisi da portare in Aula: “Il passaggio parlamentare è fondamentale. È chiaro che non si può governare senza la coesione delle forze di maggioranza, si può solo vivacchiare. Finché ci sarò io ci saranno sempre passaggi chiari, franchi, dove tutti i cittadini potranno partecipare e i protagonisti si assumeranno le rispettive responsabilità”. Un modo per invitare Renzi a fare la stessa cosa che fece Salvini: presentarsi in Senato e spiegare perché vuole togliere la sfiducia al governo.

All’epoca al premier andò bene. L’ex ministro dell’Interno perse la sfida dialettica e successivamente si formò una maggioranza alternativa a quella Lega-M5s che gli consentì di rimanere a Palazzo Chigi. E da quello che ha detto Conte ieri è chiaro che si aspetta un finale simile, ma non uguale. Perché tanti eletti di Italia Viva non sono sicuri di riuscire a tornare in parlamento in caso di scioglimento delle camere. Perché l’alternativa, ovvero il piano Draghi, pare poco praticabile visto che l’ex presidente della Banca Centrale Europea è storicamente restìo ad assumere ruoli politici. E perché Conte ritiene di poter raccattare quindi i voti necessari per reggere anche senza Renzi e i suoi. Un piano che però scricchiola, secondo Renzi. Today.it