Le reazioni dei “buoni” alle condizioni di salute di Trump

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di Giuliano Guzzo

Nel marzo scorso, alla notizia della positività al coronavirus di Nicola Zingaretti, ho scritto su Facebook un post che si concludeva così: «Auguri di pronta guarigione al segretario del Pd». Non sono riuscito a scrivere pensieri orribili come «così impara a fare gli aperitivi sui Navigli» e se qualcuno lo ha fatto, beh, ha tutta la mia disistima. Con la salute non si scherza: mai. Ma evidentemente sono troppo buono.

Sì, perché in queste ore ad una notizia analoga – la positività del coronavirus di Donald Trump, trasportato in ospedale – la sinistra anche italiana si è scatenata con commenti inqualificabili. Qualche esempio? Il giornalista Riccardo Barenghi de La Stampa su Rai3 ha dichiarato: «Ben gli sta». Gianrico Carofiglio, l’ex magistrato scrittore che parla sempre con quell’aria a metà fra il cattedratico e il messianico vede invece nelle condizioni di Trump un «potente messaggio di giustizia poetica».

E via con oscenità simili, che fioccano qui là in Rete come segnali neppure di ideologia, ma proprio di umanità perduta, ottenebrata dall’odio. Non sono, beninteso, tra quanti attribuiscono a Donald Trump tratti di santità: riconosco gli errori della sua presidenza, tuttavia ampiamente controbilanciati dai meriti avuti dalla stessa (motivo per cui lo voterei senza esitazione). Rivolgo quindi una preghiera affinché The Donald guarisca ringraziando il Cielo, intanto, di non essere di sinistra.