Voto Molise, la mistificazione di Di Maio

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La mistificazione di Luigi Di Maio sul voto molisano ha un solo obiettivo: indurre la maggior parte degli elettori Cinquestelle, accecati dal disgusto per la politica, a credere a numeri e a meccanismi che non hanno alcuna attinenza con la realtà. Di Maio ha dichiarato che “Il M5S in Molise è il primo partito con il 38,5%”.

Luigi Di Maio, capo politico del M5S

Luigi Di Maio, capo politico del M5S

La prima falsità. In realtà ad avere ottenuto il 38,5% dei consensi è stato il candidato presidente grillino Andrea Greco, e non la lista dei Cinquestelle che lo sosteneva, che ha invece ottenuto il 31,57% (Alle Politiche del mese scorso il M5S ha ottenuto il 44,79. Dunque, alle Regionali di domenica i Cinquestelle hanno perso qualcosa come il 13,22% dei consensi).

Seconda falsità. Di Maio ha dichiarato che i leader del Centrodestra dicono di aver vinto, ma che questo Centrodestra era composto da “un’accozzaglia di liste” e che “Forza Italia ha ottenuto solo il 10%” e la Lega l’8%”. Numeri veri, ma Di Maio omette di dire che le liste denominate “civetta” sono invece veri e propri bacini paralleli di consenso del medesimo partito, vale a dire Forza Italia, che attraverso suoi stessi esponenti realizza cosiddette liste civiche a sostegno di un unico candidato presidente. E’ il caso delle liste “Orgoglio Molise” e “Popolari per l’Italia”, entrambe create su iniziativa di esponenti molisani di Forza Italia che hanno finito per erodere consenso prezioso alla lista elettorale madre, cioè proprio quella di Forza Italia. Avendo ogni lista un numero di posti a disposizione tanti quanti sono i seggi da eleggere in Consiglio Regionale, si è convenuto di estendere la possibilità di esprimere candidature attraverso liste parallele che rappresentano però il medesimo elettorato. Ciò significa che ai consensi ottenuti dalla singola lista di Forza Italia vanno sommati i voti ottenuti dalle liste prima citate “Orgoglio Molise” e Popolari per l’Italia”. Si arriva così ad un complessivo 24,84% per l’area elettorale riferibile e riconducibile a Forza Italia.

Altro dato, altra falsità. Alle Politiche dello scorso 4 marzo l’area di Centrodestra aveva ottenuto complessivamente il 29,81%. Alle Regionali della scorsa domenica l’area di Centrodestra ha ottenuto il 49,32% (vale a dire il 19,51% in più). Il Centrodestra ha quindi non vinto le elezioni in Molise, ma le ha stravinte. Gli elettori Cinquestelle risponderanno a questa analisi dicendo: il Centrodestra aveva 9 liste a supporto, noi solo una. Vero, ma la legge elettorale nelle Regioni prevede il cosiddetto voto disgiunto, vale a dire la possibilità di votare un certo candidato al consiglio regionale ed un candidato presidente non collegato alla lista votata al Consiglio Regionale. Volendo, quindi, gli elettori molisani avrebbero potuto esprimere una preferenza per esempio ad uno dei candidati delle 9 liste collegate del Centrodestra, e poi votare comunque in massa il candidato presidente del M5S. Così non è andata: Donato Toma, il candidato presidente del Centrodestra, ha ottenuto una larga maggioranza di voti con il 43,46% (5,86% in meno rispetto alla sua coalizione), mentre il candidato presidente dei Cinquestelle Andrea Greco ha ottenuto il 38,50% (vale a dire un +6,93% di voti provenienti dal voto disgiunto esercitato dagli elettori che hanno votato un candidato consigliere regionale del Centrodestra o di altre coalizioni, e per voto disgiunto il candidato presidente dei Cinquestelle).