Paternò può (e deve) ripartire dalla Cultura

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di Andrea Di Bella

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Giorni felici sono stati questi ultimi a Paternò, che ha visto susseguirsi iniziative assolutamente degne di nota nel panorama locale ma anche nazionale. E’ il nuovo corso, evidentemente, ma forse non basta. Non basta perchè guai a porre limiti all’inventiva intellettuale. Una città può ripartire dal contributo di tutti coloro i quali a vario titolo sono stati impegnati personalmente nel rilancio culturale del territorio. Lo ha fatto la Proloco con la splendida iniziativa del Premio Idria, portando nella città tutte le rappresentanze delle Forze dell’Ordine ai massimi livelli, per consegnare loro importanti riconoscimenti a seguito di altrettanto importanti iniziative umanitarie e di pubblico intervento. Lo fanno tante associazioni tra cui Città Viva, che con il suo Premio Santa Caterina d’Alessandria riaccende le luci di un piccolo gioiello come quello della chiesa di Santa Caterina, per l’appunto. Lo fanno le realtà associative di soccorso e di volontariato con miriadi di attività sociali e di aggregazione. E’ un patrimonio immenso da non disperdere.

Serve una guida forte ed autorevole, sul piano amministrativo, che sappia interloquire con tutte le realtà e che ne sappia esaltare le eccellenze. Questa Amministrazione ha il dovere di mettere in campo tutte le sensibilità presenti nel territorio, tutte le forze più spendibili e autorevoli. Lo ha fatto e saprà ancora farlo. Paternò ha bisogno di un’identità, e perchè non partire dalla Cultura per ridisegnare con pazienza il perimetro identitario di Paternò e dei paternesi? Una Cultura che non sia solo letteraria ma anche musicale, cultura del volontariato, cultura della solidarietà, cultura sociale, cultura turistica, cultura architettonica, cultura alla formazione e molto altro. L’auspicio è che l’obiettivo venga puntato e centrato con tutti i mezzi possibili. La politica svolga quel ruolo di guida e di indirizzo che la città si attende.