Sicilia, oggi l’insediamento del nuovo presidente. I nomi degli assessori

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Una giunta con vista elezioni politiche. Con alcune poltrone più strategiche — e in alcuni casi, all’opposto, più rognose — rispetto alle altre. Gli appetiti dei partiti sulla giunta che il nuovo presidente della Regione Nello Musumeci si appresta a formare si intrecciano con la partita per il voto nazionale dell’anno prossimo: così Sanità, Agricoltura, Formazione, Turismo e in seconda battuta Infrastrutture ed Energia diventano gli snodi strategici della discussione che inizierà stasera, quando Nello Musumeci arriverà a Palermo in vista della proclamazione e dell’insediamento in programma domani.

Nello Musumeci, presidente della Regione Siciliana.

Nello Musumeci, presidente della Regione Siciliana.

Tutti vogliono la Sanità
L’obiettivo più importante è la Sanità. L’assessorato di piazza Ottavio Ziino gestisce più di metà del bilancio regionale, qualcosa come 8 miliardi all’anno, e dà lavoro a 50mila persone, con un’occasione d’oro data dalle assunzioni pronte per essere sbloccate. Uno snodo cruciale, in vista delle elezioni di primavera: “Essere al governo — sussurra un esponente di punta della maggioranza — significa poter ottenere almeno tre punti percentuali in più. La sanità, dunque, è strategica”. Naturale che tutti la vogliano: Musumeci — al netto delle dichiarazioni di prammatica — vorrebbe piazzarci l’uomo di cui più si fida, Ruggero Razza di #DiventeràBellissima, ma Forza Italia insiste perché la delega vada invece al capogruppo forzista uscente Marco Falcone. È invece tramontata la candidatura di Roberto Lagalla, che se ne occupò nel governo Cuffaro.

La sfida sull’Agricoltura
Proprio il governatore di Raffadali, del resto, costruì la sua ascesa al potere da un altro assessorato, quello all’Agricoltura. L’altra delega che — in compagnia dell’Economia, unico incarico certamente appannaggio di Gaetano Armao — forma con la Sanità la “zona Champions League” del governo: grazie ai fondi europei le risorse in ballo superano i tre miliardi, con un bacino enorme di voti rappresentato dai 22mila forestali. Se a Falcone fosse sbarrata la strada della Sanità, la casella potrebbe essere sua: alla delega, però, puntano anche i Popolari e gli Autonomisti, che domani riuniranno il gruppo subito dopo aver preso parte con Musumeci alla proclamazione in Corte d’appello.

I bacini elettorali
Probabile, comunque, che il puzzle impossibile si componga con un gioco di compensazioni. Che i forzisti vogliono a lunghissimo termine: se Musumeci pressa per definire la giunta entro fine mese, i berlusconiani chiedono di completarla contemporaneamente alla partita dell’Ars, facendo entrare nella discussione anche le vicepresidenze (quella che spetta alla maggioranza potrebbe essere un ripiego per Giovanni Di Mauro, se l’Mpa non ottenesse un posto in giunta) e le altre cariche parlamentari.

Le due camere di compensazione maggiori sono però gli assessorati al Turismo e alla Formazione: la prima delega — molto utile in campagna elettorale, perché permette di agire a pioggia su singoli progetti anche di minore entità — è rivendicata da Forza Italia ma piace anche ai Popolari e a Fratelli d’Italia, mentre la seconda sarà probabilmente appannaggio di Lagalla. Che otterrebbe così una posizione strategica (un bacino di ottomila formatori), ma anche una sfida difficile da affrontare: il sistema è di fatto al collasso, e gli ultimi tentativi di farlo ripartire si sono infranti contro le sentenze del Tar.

I contrappesi
Ancora più rognosa è la partita dell’Energia. L’assessorato — che comprende anche i rifiuti — è da sempre uno dei luoghi strategici del potere, ma potrebbe portare con sé alcune emergenze immediate, dai debiti degli Ato alle discariche a un passo dall’esaurimento. Rischi che però possono trasformarsi in opportunità: da questo assessorato, in cui potrebbe forse controvoglia insediarsi un forzista, passerà la decisione sui termovalorizzatori, un affare a molti zeri che potrebbe avviarsi nei prossimi mesi. Appalti golosi come del resto quelli in programma alle Infrastrutture, l’ultimo fra i contrappesi più rilevanti: anche in questo caso la sfida riguarda lombardiani e berlusconiani, ma per questi ultimi sarebbe solo un ripiego. Perché gli obiettivi grossi, le deleghe che fanno più gola, sono quelli con vista elezioni politiche. La campagna elettorale permanente non è ancora finita. Repubblica