Domani liberiamo la Sicilia. Votiamo per Musumeci

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di Andrea Di Bella

Una raccomandazione doverosa: domani andiamo tutti a votare. Probabilmente è l’occasione elettorale più importante cui i siciliani siano mai stati chiamati a partecipare. La prima volta in cui il pericolo di consegnare la Sicilia agli sfascisti è concreto. Sarebbe un vero e proprio commissariamento certificato da una società per azioni, vale a dire la Casaleggio Associati, che ridurrebbe la Sicilia come Roma, la capitale del Paese ridotta un colabrodo, con una sindaca indagata per abuso d’ufficio e falso ad appena qualche settimana dalla sua elezione. Vogliamo davvero consegnare la Sicilia all’inesperienza politica e amministrativa di un magazziniere? Avete capito bene, un magazziniere.

Nello Musumeci, candidato presidente unitario del Centrodestra in Sicilia.

Nello Musumeci, candidato presidente unitario del Centrodestra in Sicilia.

Perché il Movimento Cinque Stelle in Sicilia ha candidato a governatore uno che l’unica mansione professionale della sua vita l’ha ricoperta all’interno di un magazzino con il ruolo di magazziniere, appunto. Non ce ne vogliano i magazzinieri, a nessuno di loro verrebbe di ergersi a paladino della politica eppure in Sicilia è stato possibile anche questo: un ex magazziniere convertitosi alla politica militante grillina come Giancarlo Cancelleri. Quello che ha messo la sorella in lista bloccata nel 2013 e l’ha fatta eleggere deputata al Parlamento Nazionale dopo avere perso le Regionali in Sicilia nel 2012. Un premio di consolazione dovuto, ci mancherebbe. Ma non erano i casti e puri questi grillini? Non erano quelli della democrazia dal basso? Una democrazia vilipesa indegnamente da quattro ragazzotti ignari di questo più che misterioso sistema che li dirige e li assoggetta, che li coinvolge in un software discutibilissimo di voto online su deputati, candidati sindaci ed infine sul candidato presidente della Sicilia: un’elezione a candidato, quella di Cancelleri, ritenuta nulla dal Tribunale di Palermo. Ma tanto che importa? I pronunciamenti tribunalizi valgono qualcosa solo quando ad essere coinvolti sono gli altri. Una goduria.

I siciliani questa volta non hanno scusanti, non hanno alcuna motivazione valida per non concedere il proprio consenso all’unico uomo politico che ha dimostrato concretamente di sapere con esattezza cosa voglia dire governare, cosa voglia dire amministrare un territorio. L’unico che l’abbia fatto senza mai essere neppure sfiorato da un avviso di garanzia nell’esercizio delle sue funzioni. Ma questo non vale, se in una lista alleata vi è un candidato incensurato ma dalle amicizie scomode. L’unica opposizione possibile ad un uomo perbene come Nello Musumeci, che governerà questa Isola con dignità e onore.