Sicilia, Regionali. Silvio Berlusconi pronto a trasferirsi a Palermo

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Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia

Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia

Il centrodestra tenta di riannodare i fili della coalizione siciliana e arrivare a una soluzione unitaria. La riapertura della trattativa arriva nella serata di lunedì quando Gianfranco Miccichè e Silvio Berlusconi decidono di vedersi per tentare di chiarire il quadro della situazione in Sicilia e provare a ricompattare il centrodestra. L’incontro, invece, arriva nel tardo pomeriggio di ieri quando il plenipotenziario di Forza Italia in Sicilia arriva a Villa San Martino e con il Cavaliere torna a ragionare sull’ipotesi di un ticket Musumeci-Armao.

«La vittoria è alla nostra portata spiega Micciché soprattutto va considerato che i sondaggi non tengono conto del peso delle coalizioni a differenza dunque del Movimento Cinque Stelle che ha solo una lista». Per il coordinatore siciliano a questo punto l’obiettivo è tenere unito «insieme con il presidente Berlusconi» il centrodestra: «I nomi sul tavolo restano due dice quello di Armao e di Musumeci. Quanto alla possibilità di chiudere in extremis un’intesa con Alfano, Micciché non sembra ottimista: «Gli abbiamo detto troppe volte no, io non me la sento più di cercarlo».

A questo punto Berlusconi si è preso del tempo per valutare. Deve decidere se optare per Nello Musumeci (appoggiato ufficialmente da Giorgia Meloni e Stefano Parisi con la sua «Energie per l’Italia», ma sponsorizzato anche dall’Udc di Lorenzo Cesa) o l’avvocato Gaetano Armao, alla guida del movimento «Siciliani indignati». Il presidente di Forza Italia è tentato dall’appoggio ad Armao per sparigliare le carte e cavalcare quel civismo che intende utilizzare anche alle Politiche come arma per il rinnovamento. Avrebbe anche pensato di schierare una lista aggiuntiva tutta composta da giovani e di prendere casa in Sicilia per dare un segnale di vicinanza con il territorio, garantendo una presenza assidua. È chiaro, però, che con la candidatura di Armao il rischio di ripetere il format romano – non certo segnato dal successo – e spaccare la coalizione a pochi mesi dalle Politiche esiste.

«Bisogna andare tutti insieme, il centrodestra deve essere unito altrimenti non c’è speranza di vincere. Insieme a Berlusconi decideremo le mosse necessarie per arrivare tutti insieme alle regionali. Io lavoro all’unità, che è anche l’obiettivo del presidente» dice Miccichè che deve anche fare i conti con i tumulti locali e con un partito che a livello regionale sembra in parte orientato sull’appoggio a Musumeci.

Sull’altro fronte si avvicina l’accordo tra Matteo Renzi e Angelino Alfano, dopo una telefonata di «disgelo» , sul nome del rettore dell’università di Palermo Fabrizio Micari proposto da Leoluca Orlando. La sinistra – i bersaniani e Sinistra Italiana – dicono «no» però all’accordo con Area Popolare. «Non ci sono le condizioni politiche per un accordo col Pd» dice il parlamentare di Si, Erasmo Palazzotto. «Avevamo confidato in Orlando per replicare il modello Palermo chiedendo discontinuità col governo Crocetta e con chi l’ha sostenuto. Il Pd invece ha rivendicato i risultati di Crocetta. A questo punto lavoriamo con tutti i soggetti della sinistra per un’alternativa». IlGiornale