Paternò, all’Ospedale 71 indagati

Sharing is caring!

Un’indagine un po’ datata, cominciata nel novembre del 2014 e conclusasi nel gennaio del 2015 che giunge al termine, con la notifica dell’informazione di garanzia nei confronti dei 71 destinatari individuati dall’Autorità giudiziaria. Un’indagine costola di un’altra inchiesta, anche questa condotta nello stesso periodo sempre dagli investigatori della Guardia di finanza e conclusasi nell’aprile del 2015, con l’arresto di un infermiere,

Antonio Consolato Pina, accusato di peculato, falso, truffa ai danni dello Stato e abusivo esercizio della professione medica, come anestesista non abilitato in cliniche private. Grazie all’installazione di telecamere nascoste all’interno dell’ospedale gli investigatori filmarono, per mesi, il furto di medicinali dal nosocomio cittadino, con i prodotti farmaceutici, poi, portati e rivenduti in altre strutture sanitarie. Pina ha ammesso le sue responsabilità. Difeso dagli avvocati Salvo Torrisi e Flavia Indaco, ha patteggiato la condanna in sede di udienza preliminare. Per lui una pena definitiva di 2 anni e 7 mesi di reclusione. Anche l’ospedale ha preso provvedimenti, licenziando l’infermiere.

Quelle telecamere, però, non registrarono solo l’infermiere, poi, arrestato. L’occhio infallibile delle videocamere delle forze dell’ordine, montate in stanze e corridoi della struttura sanitaria, ripresero anche altro, finito, come detto, in quest’attività di indagine.

E ieri mattina, alla diffusione della notizia, si è guardato con preoccupazione all’imminente voto per il rinnovo delle Amministrative, in programma domenica prossima 11 giugno. La paura di pesanti strascichi sul voto è stato il pensiero di molti. Tra gli indagati, però, sembra, non ci siano candidati al Consiglio comunale.

Intanto, in ospedale, si preferisce non commentare, nella consapevolezza che la notizia avrà, nell’immediato, contraccolpi negativi sull’attività di tutto il personale. Si preferisce il silenzio ad accuse non ancora chiare nei dettagli. Si parla di assenteismo, ma sembra che per alcuni casi, si tratti di pochi minuti o qualche ora d’assenza dal lavoro. Ma per capire meglio non resta che la comunicazione ufficiale da parte dell’Autorità giudiziaria che, come detto, a notifica degli avvisi di garanzia in corso, preferisce mantenere il silenzio. Anche dalla direzione sanitaria al momento si preferisce la cautela, prima di poter prendere anche eventuali provvedimenti, come prevede la nuova normativa. “Al momento non ho ricevuto alcuna comunicazione né formale né informale”, evidenzia il direttore sanitario dell’ospedale “SS.Salvatore”, Giuseppe Spampinato. Ci si domanda se è finita o se tutto questo sia solo la punta di un icerberg. Mary Sottile per La Sicilia