Dietrofront di Renzi: adesso vuole votare

Sharing is caring!

Matteo Renzi

Matteo Renzi

di Raffaello Binelli

Ha lasciato il timone da pochi giorni ma, a quanto pare, Renzi ha voglia di chiudere presto l’esperienza di Gentiloni a Palazzo Chigi. Il suo obiettivo, secondo alcune fonti parlamentari, sarebbe quella di andare al voto all’apertura della prima finestra elettorale disponibile, quindi ad aprile, per arrivare con un nuovo presidente del consiglio all’appuntamento del G7 a guida italiana, che si svolgerà a Taormina a maggio.

In questa ottica può essere letta anche la convocazione dell’assemblea del Pd, domenica 18 dicembre. L’ordine del giorno, stando alle stesse fonti della maggioranza dem, sarebbe volutamente vago (in modo da lasciare aperta ogni opzione): “Analisi situazione politica e determinazioni conseguenti”. Nessun accenno al congresso. Facile ipotizzare che nelle intenzioni della maggioranza Pd ci sia la convocazione delle primarie per l’elezione del candidato premier, lasciando le strutture del partito così come sono uscite dall’ultimo congresso, quello dell’8 dicembre 2013, con l’elezione dell’assemblea e del segretario Matteo Renzi. Ad incoraggiare i renziani in questa direzione ci sarebbe anche la notizia che il pronunciamento della Corte Costituzionale sul referendum per abrogare il Jobs Act è previsto per l’11 gennaio. Il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, ha sottolineato in una pausa dei lavori del Senato sulla fiducia al governo: “Mi sembra che l’atteggiamento prevalente sia quello di andare a votare presto, quindi prima del referendum sul Jobs Act”.

Un risultato referendario contro una delle leggi-manifesto del governo Renzi sarebbe un colpo durissimo da cui rialzarsi. Un motivo in più, aggiungono fonti del Pd, per fare presto. Ma, osservano le stesse fonti, “se, come sembra, sono tutti d’accordo ad andare a votare al più presto, perché dovremmo impiegarci più di un paio di settimane ad approvare la nuova legge elettorale?”. Un’osservazione che pare altresì ironica, visto che nel Pd sono in tanti a nutrire più di un dubbio sulla reale volontà del Movimento Cinque Stelle e Forza Italia di andare al voto al più presto.