SEGNI DEI TEMPI – Il messaggio della Sacra Sindone

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Diversi anni fa ho avuto la possibilità di vedere e pregare davanti alla Sacra Sindone, il lenzuolo che, secondo la tradizione, ha avvolto il corpo morto di Gesù e testimone primo della sua risurrezione. Devo dire che è stata un’esperienza emozionante, di intensa spiritualità. Al di là del fatto che uno creda o non creda che sia il sudario originale, davanti alla Sindone non puoi non farti delle domande su Gesù, sulla sua passione, sulla sua morte redentrice e sulla sua risurrezione. Ti viene offerta un’occasione per riflettere sulla fede nell’Uomo-Dio, nel quale ogni uomo può e deve rispecchiarsi. In questi primi giorni di ostensione molti si chiedono che cosa spinge migliaia di persone a mettersi in fila per ore per vedere l’immagine dell’uomo sindonico. Penso che il motivo sta proprio nel riconoscersi in quell’”Uomo dei dolori”, nel riconoscere nelle sue ferite le nostre ferite, nel contemplare nella sua passione le passioni della nostra vita, nel prendere atto, nella sua morte, la realtà della nostra morte. L’Uomo della Sindone svela la verità dell’uomo, la sua grandezza e la sua fragilità; in Lui abbiamo la possibilità di comprendere chi siamo e il senso della nostra vita che non corre verso il nulla, ma verso una pienezza. Ecco perché non ha importanza se sia il lenzuolo originale, o una raffigurazione della passione di Gesù; non importa quando e come è stato realizzato e come è giunto a noi.

Questa reliquia, come tutte le reliquie, non aggiunge nulla alla fede in Cristo morto e risorto, ma per chi ci crede può solo confermarla e renderla ancora più salda, senza dimenticare però che abbiamo più delle reliquie nella Parola e nell’Eucaristica attraverso i quali Cristo stesso si rivela, ci parla e si dona a noi. Se dell’Uomo della Sindone resterà sempre il mistero circa la sua identità, nella Parola e nella Eucaristia sappiamo di poter incontrare, come gli apostoli, Colui che era fin da principio, Colui che essi hanno udito, veduto con i loro occhi, contemplato e toccato, ossia il Verbo della vita (Vd 1 Gv. 1, 1). Chi può spero che possa andare a vedere e pregare la Sindone per fare una forte esperienza di preghiera e di conversione attraverso la meditazione “sull’amore più grande” che è l’amore di Dio per gli uomini, manifestato in Cristo Gesù che ha dato la sua vita per la salvezza dell’umanità. Ma se non si potrà andare, tranquilli, ogni domenica, nella celebrazione eucaristica, possiamo incontrare il Cristo risorto ed entrare in comunione con la forza della sua Parola e del suo Corpo, e così, non solo possiamo vederlo, ma anche sentirlo e riceverlo in noi, per diventare come Lui.

Padre Salvatore Alì

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