Terni, no alla recita di Natale a scuola: disturba le altre culture

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41797689_2116574721942988_3178838482705448960_n-kUDD-U3060737026279YhF-656x492@Corriere-Web-Sezioni«No alla recita natalizia perché disturba le diverse culture religiose presenti nell’istituto». La leghista Valeria Alessandrini, assessore alla scuola del Comune di Terni, denuncia su Facebook «la decisione di una dirigente scolastica che ha vietato lo svolgimento di una iniziativa natalizia legata alla messa in scena di quadri viventi con protagonisti i bambini e a tema la nascita di Gesù». L’istituto è la scuola elementare Anita Garibaldi in via Dei Carrara, e la rappresentazione “proibita” il classico presepe vivente. La palla di Natale è stata presa al balzo e rilanciata sui social dal leader, Matteo Salvini: «Si avvicina il Natale e spuntano di nuovo `dirigenti scolastici´ che vogliono impedire le recite ai bambini – scrive su Twitter -. Non si tratta solo di religione, ma di storia, radici, cultura. Viva le nostre tradizioni!». La Alessandrini è un’altra pasionaria della scuderia leghista, attivissima in Rete: il mese scorso, ad esempio, ha aspramente criticato il progetto gender di una scuola primaria, che avrebbe contemplato il gioco con soldati rosa e bambole blu. «Non ho niente da dire e non ritengo di dover prestare il fianco a questi attacchi di tipo politico – ribatte la preside Maria Elisabetta Mascio, contattata telefonicamente da Terni Today -. Invito solo le persone ad andare a visitare il nostro sito, dove troveranno le foto del vescovo di Terni che soltanto venerdì è venuto a farci visita a scuola». Nessun ripensamento, dunque.

La polemica

Iniziativa rispettosa della laicità delle istituzioni dello Stato, nel nome dell’integrazione, o un politically correct esagerato? Il dibattito divampa. «A volte il silenzio è d’oro – afferma la vicepresidente dei senatori di Forza Italia, Alessandra Gallone -. La risposta della dirigente è imbarazzante: parlare addirittura di limiti da non superare, e chiamare in causa il principio di laicità è un esercizio della moderna arretratezza culturale che imperversa in alcuni istituti». «Disperdere i nostri valori religiosi – continua -, indebolire le nostre radici cristiane e i simboli che le caratterizzano è un danno enorme che facciamo ai nostri figli: ignorarlo è una forma di intollerabile intolleranza». A difesa della preside interviene il capogruppo in consiglio comunale di Senso civico, Alessandro Gentiletti: «La protesta è fuori luogo – dice sempre a Terni Today -. Gli istituti scolastici sono autonomi e queste sceneggiate, insieme alle altre a cui saremo costretti ad assistere sotto il periodo natalizio, offendono l’intelligenza di quei cristiani che non hanno intenzione di seguire anacronistiche crociate». Resta una sola domanda: chi e come spiegherà, ai bambini, il motivo di tanto accapigliarsi dei grandi per una semplice recita?

Corrieredellasera