Fico riserva del Quirinale. E Di Maio prova a fermarlo

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1523180595-lapresse-20180405190428-26106701Di veto in veto, Luigi di Maio vede allontanarsi la poltrona di Palazzo Chigi: il capo politico del M5s cambia bersaglio e punta a bloccare l’incarico esplorativo che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella potrebbe affidare a Roberto Fico.

Fino a ieri Di Maio non voleva un’alleanza con Silvio Berlusconi. Oggi il veto colpisce il presidente della Camera: Di Maio vuole imporre a Fico di non accettare un eventuale mandato del capo dello Stato per formare un governo, che raccolga la maggioranza in Parlamento.

Il cerchio magico dell’ex vicepresidente della Camera è in ansia ma soprattutto terrorizzato dall’ombra del numero uno dell’ala ortodossa, la cui leadership si rafforza di giorno in giorno. Mentre cerca di frenare l’avanzata di Fico, il leader dei Cinque stelle minaccia, dal programma di Lilli Gruber, di chiudere definitivamente il dialogo con il centrodestra: «Salvini si assume la responsabilità storica di continuarsi a legare a Berlusconi invece che sedersi al tavolo e iniziare a fare i fatti. Io aspetto qualche altro giorno ma poi uno di questi due forni si chiude». Con un occhio ai segnali che arrivano dal Quirinale, Di Maio non spegne il forno con il Pd, ribadendo che «la strada resta quella del contratto di governo». In caso di incarico affidato al presidente della Camera, per Di Maio si profilerebbe lo scenario peggiore: esser costretto al passo indietro in favore del leader della minoranza interna. Ricevuto il mandato esplorativo dal Colle, Fico sarà obbligato ad avviare il giro di consultazioni con i rappresentanti delle forze politiche. E nei colloqui, certamente, non potrà rifiutare l’incontro con la delegazione di Forza Italia. 

L’ombra di Fico spaventerebbe Di Maio per un’altra ragione: l’operazione avrebbe avuto già la benedizione di Beppe Grillo. La trappola è, dunque, dietro l’angolo. Il presidente Mattarella non ha ancora sciolto la riserva: l’incarico esplorativo potrebbe essere affidato al presidente del Senato Casellati, «salvando» Di Maio dallo scontro con Fico. Ma se così non fosse?