“Ero clandestino. Ora ho un’azienda da 25 milioni di euro”

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Uljan Sharka

Uljan Sharka

Era un clandestino, a 16 anni. Scappato dall’Albania dove aveva visto la guerra e la miseria e non riusciva ad emergere. Cercava, come tanti, una vita migliore. Sognava di arrivare a Londra, si è imbarcato per l’Italia: ma a Milano i carabinieri l’hanno fermato e inserito in una comunità per minorenni. Era il 2008. Lui non si è scoraggiato. Ha chiesto di lavorare subito, gratis, come barista in Rinascente, poi commesso in un negozio di computer. Ha coltivato, studiando da solo, la passione per l’informatica. Oggi, sette anni dopo, Uljan Sharka ha agguantato il suo destino. La start up che ha fondato, iGenius, appena riconosciuta al Lions innovation festival di Cannes come una delle più promettenti al mondo, sta incontrando un successo crescente. Otto mesi fa era da solo, oggi venticinque giovani lavorano per lui e continua ad assumere personale. Una nuova risorsa ogni tre settimane. Per lo più ingegneri. Fattura un milione di euro e ha appena trovato un finanziamento di quasi un milione e mezzo da due manager, esperti di private equity, che si sono innamorati dell’idea.

Sharka ha in serbo un altro software, oltre ai progetti sviluppati per conto di piccole medie imprese: «crystal», che potrebbe rivoluzionare il mondo del marketing digitale. Con potenzialità analoghe, secondo esperti del settore, a quelle di Facebook quando è nato. A settembre, in occasione del TechCrunch di San Francisco, la società lo presenterà ufficialmente. E ci saranno tutti i guru della new economy e i venture capitalist più importanti, come il Sequoia. Un circolo cui si accede solo dopo severe selezioni. «Il software legge istantaneamente i big data sui social network, li elabora e poi consiglia come migliorare il proprio marketing sulle piattaforme facendo leva su tecnologie Ai (artificial intelligence), Nlp (natural language processing), Ml (machine learning) e Ir (image recognition)», spiega Uljan cercando, invano, di raccontare in modo semplice algoritmi complicatissimi. La fruizione, però, è intuitiva. In pratica oggi, se vogliamo conoscere il gradimento di post, tweet o pubblicità digitale, ci basiamo su lunghe (e spesso costose) consulenze. Con «crystal» basta chiedere (come fosse Siri) e nel giro di due secondi visualizziamo in una schermata tutto. Qual è il post che ha emozionato di più, quale hashtag o colore di sfondo ha avuto più successo? Insieme ai consigli su come migliorare le operazioni di marketing e agli strumenti per farlo subito, in tempo reale, solo con un click .

Non banale capire fino in fondo, per non addetti ai lavori. Eppure il software dev’essere eccezionale se ancor prima del lancio ufficiale decine di colossi dell’informatica e della pubblicità si sono già prenotati. «Ci ha sostenuto Google ad esempio, è grazie a loro che siamo riusciti a realizzare la prima versione di “crystal” in soli quattro mesi», fa sapere ad esempio Uljan . Forse è stata davvero sviluppata un’idea rivoluzionaria: «Una certa consulenza diventerà inutile, ognuno da sé potrà far parlare in modo istantaneo i dati che lo riguardano, presi dai propri profili o siti. Noi ci crediamo», assicura Carlo Cartasegna, manager del settore finanziario che con Mauro Bertone ha appena finanziato la start up. «Non siamo investitori professionali ma abbiamo molta esperienza, avendo lavorato anni in fondi di private equity – aggiunge -. Stanzieremo ancora risorse per sostenere la crescita di iGenius e altre iniziative di questo ragazzo dalla storia a suo modo veramente eccezionale». Per capirla, si può forse partire dal nomen omen: a Sharka si toglie una «a», e rimane shark, «squalo». Lo è, in senso buono, questo ventiquattrenne semplice, in giacca blu elegante e scarpe da tennis.

Lavora sette giorni su sette, attaccato al pc, venti ore al giorno. «L’Albania mi stava stretta, già a 13 anni lavoravo per mantenermi, mentre studiavo», dice. Tutti dieci e lode, manco a dirlo. Si è fermato però al secondo anno di superiori, per andare via. «Volevo creare qualcosa di grande, di mio, e lì non c’era modo di farlo», racconta. A 16 anni, già velleità da imprenditore della new economy. Nel 2012, quando ha creato con i risparmi iGenius, i clienti credevano che in «ufficio» ci fossero tante persone. Era solo lui invece, allo stesso tempo tecnico, contabile, consulente. Dentro al bilocale dove abitava. Da allora quanta strada ha fatto? «Stiamo preparandoci ad aprire sedi a Londra e San Francisco, oggi siamo stati valutati 25 milioni. Dovremmo moltiplicare per quattro entro un anno e puntiamo a diventar e la prima start up italiana “unicorn” (fatturato di oltre il miliardo di dollari, ndr)», dice il suo braccio destro, coetaneo, Gregorio Cutellè .

Chi conosce bene Uljan sul lavoro, ne parla un po’ come Mark Zuckerberg di Facebook. Anche per la sua visione in qualche modo etica del mercato: «Darò la mia piattaforma gratuitamente alle medie imprese, perché crescano con la pubblicità digitale senza appesantirsi di costi inutili, com’è giusto che sia», sorprende. Pensa di mantenere in vita iGenius con versioni più evolute del software o altri prodotti. Nei piani, non ha tanto la ricchezza. Ma, forse anche in ragione della sua storia, «l’idea che le risorse fruttano in senso profondo quando sono alla portata di tutti». Elisabetta Andreis per Corriere