SEGNI DEI TEMPI – Il tempo ordinario: assimilazione dei doni dello Spirito Santo

Sharing is caring!

spot segni dei tempi salvatore ali sito internet

doni-spirito-santoConcluso il Tempo pasquale, la Chiesa ricomincia col tempo liturgico chiamato tempo ordinario, che non è un tempo secondario, di poca importanza, un tempo debole. Piuttosto è il tempo in cui si approfondisce la vita nello Spirito e la si rende concreta, per una esistenza matura e consapevole. È il tempo dell’assimiliazione dei doni dello Spirito, il tempo in cui si vive la grazia celebrata e ricevuta con la Pasqua del Signore. È un tempo scandito dalla celebrazione dei sacramenti, frutto della gloria di Cristo, l’impronta viva del Crocifisso. Porta dei sacramenti e della vita cristiana è il Battesimo che, nella tradizione cattolica è possibile ricevere sia da bambini, dopo una adeguata preparazione dei genitori e dei padrini, che da adulti (cioè dai 7 anni in su) dopo un cammino di preparazione chiamato catecumenato. Oggi ancora molte famiglie continuano a chiedere il battesimo per i propri figli e questo è confortante, anche se da anni ormai si assiste ad un aumento di ragazzi, giovani e adulti che, non essendo ancora battezzati chiedono questo sacramento. È questa una sfida pastorale per le comunità, ancora poco preparate ad accogliere questa richiesta e a trasformarla in un vero e proprio cammino di fede che porti ad una scelta di vita cristiana. Secondo quanto ci dice il nostro Arcivescovo nel Direttorio liturgico-pastorale recentemente donato alla nostra Chiesa di Catania, è opportuno che non si rimandi il battesimo per motivi futili e consumistici, ma lo si dia come un dono prezioso e importante, al pari di quello della vita. Mi fermo proprio su questo aspetto e mi chiedo se c’è questa consapevolezza, oppure per tante famiglie resta un gesto isolato, fatto per pura tradizione, ormai inquinato da cose che non hanno nulla a che fare con la fede. Se guardo all’esperienza vedo che molti chiedono il battesimo dei figli “perché così si fa” senza avere nessuna consapevolezza di ciò che significa e comporta nella vita della battezzato e della stessa famiglia. Lo testimonia già il fatto che si celebra il sacramento non nella propria parrocchia di appartenenza, come è giusto fare in base a quanto dice il Codice di Diritto Canonico e ribadito dal Direttorio: “La celebrazione del sacramento del Battesimo avvenga nella comunità parrocchiale di appartenenza o in quella che la famiglia abitualmente frequenta e dove esprime una partecipazione costante alla vita della parrocchia” (n° 35) e, invece, spesso si sceglie la chiesa più bella, o quella in cui ci si è sposati, o dove c’è il sacerdote più bravo e coinvolgente: tutte motivazioni discutibili dietro le quali c’è una concezione privatistica dei sacramenti, che offusca la loro vera natura di azione di Cristo e della Chiesa. Il Battesimo è qualcosa di serio, di molto serio: occorre riscoprirne il suo significato e soprattutto ciò che comporta nella vita di chi lo ricevere. È un fondamentale impegno personale e comunitario.

Padre Salvatore Alì

Leave a Reply

Submit Comment
*