Il tonfo dei Cinquestelle è partito dall’Europa

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Grillo e Farage

Grillo e Farage

di Franca Maria Zappia Tringali

Che l’Europa abbia poca considerazione dello Stato Italiano è notorio e d’altronde ne ha i motivi. Adesso, però, la nostra classe politica ha toccato il fondo con il M5S che più che un movimento politico sembra un teatro di burattini manovrati da due burattinai: Grillo e Davide Casaleggio, che fanno agire i pentastellati esclusivamente secondo i loro desiderata. Sono al di sopra di tutto e tutti e per loro non valgono le regole, lo statuto, i comportamenti imposti agli altri. Che non abbiano degli ideali, un vero senso dello Stato, una capacità politica, un reale interesse verso i problemi del cittadino è sotto gli occhi di tutti ed anche dei loro stessi iscritti, che hanno criticato l’ultima scelta in tema di politica europea operata senza nessun tipo di consultazione e, dunque, motu proprio, da Grillo e Casaleggio. Hanno contravvenuto a tutti i loro principi e convincimenti non solo nei confronti delle scelte politiche dell’Unione, ma anche in relazione alla politica del nostro governo.

Quelli che avevano sbandierato come i loro cavalli di battaglia sono diventati per loro cavalli di Troia. Per non perdere poltrone nel Parlamento Europeo, ma soprattutto i finanziamenti, per non essere una rappresentanza insignificante i due “capi” (all’insaputa della base) hanno operato un clamoroso voltafaccia abbandonando l’area antieuropeista, per cercare l’accordo con i liberali fortemente europeisti, sostenitori dell’euro e di quella politica bancaria da loro sempre aspramente criticata. Risultato: uno schiaffo solenne da parte dei liberali che hanno rifiutato l’accordo giudicandoli – giustamente – inaffidabili. Una critica e una ribellione, seppur contenuta, degli appartenenti al movimento. Commentare questa situazione richiederebbe fiumi di parole perchè tante sarebbero le cose da dire. Per primo: tutta la politica del nostro Governo è interessata non ad affrontare fattivamente i problemi del cittadino ma solo a gettare fumo negli occhi con belle parole in cui, però, figura sempre e solo il futuro: “faremo” e non “facciamo”. Ed il M5S sembra non discordarsi poi tanto, perchè fin dalla sua formazione ha dimostrato demagogia e populismo di bassa lega. Ha saputo solo porsi con un aprioristico No a tutto senza nessuna valutazione e criticare tutti i colleghi politici per i loro comportamenti.

E’ sempre stato antieuropeista, antieuro, contro la politica bancaria sia europea che italiana, ha parlato di diritto di cittadinanza, di lotta alla corruzione, di riduzione degli stipendi ai politici. Un programma che ha fatto leva sul sentimento di rivolta contro una politica sporca e marcia. Poi? I risultati sono evidenti. Tra il parlare e il governare c’è di mezzo il mare, e lo hanno dimostrato a Roma con il governo Raggi formato da politici indagati e incapace di iniziare ad affrontare fattivamente i problemi della città. I fatti di Bruxelles hanno ulteriormente confermato che il M5S non è diverso dagli altri partiti anzi ancora peggio perchè ha tradito e sta tradendo quell’elettorato che in loro aveva riposto fiducia e la speranza di un modo pulito e onesto di fare politica. E’ giusto che la politica, il cui fine dovrebbe essere il bene pubblico, debba avere una morale a sé ma quella del nostro Paese non ha nessun tipo di morale e il bene da pubblico è diventato esclusivamente personale.