Paternò, l’impegno delle donne alle prossime elezioni Amministrative

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di Norma Viscusi

In uno scenario politico sociale – forse ancor più esattamente umano – dalle tinte quasi apocalittiche, ritrovarsi a ridosso delle elezioni può suonare sfrontato e quasi indecente, certamente burlesco. E gli aggettivi sono decisamente, per malcelato rispetto, misurati. Che dire? Siamo in ballo, dunque balliamo. Tocca, finchè la farsa regge, adeguarsi alle regole di una democrazia partecipata (si fa per dire) e andare alle urne. Perchè alle urne bisogna andare, checché se ne dica sui gran signori che poi reggono le fila delle vite altrui. Quanto meno, se proprio mi devi turlupinare, so dove venirti a cercare. Se lascio che altri ancora decidano per me, meglio tacere e non azzardarsi a intonare lamenti: premessa mai abbastanza recitata.

Andiamo adesso alle donne e la politica. “Chi dice donna dice danno”. Sarà pur vero, ma quando una donna decide di mettersi in un cammino d’onore, d’amore e di fede, se la cava egregiamente. Deve tenersi lontana però da certi difettucci dagli effetti devastanti. Quali? I soliti. Non saper fare cordata tra compagne, farsi guerra dispettosa, lasciarsi muovere da input megalomani e da antagonismi personalistici, ovvero da carrierismi e arrivismi sterili ed individualistici lontani dalle logiche del bene comune. Insomma, non sapere fare squadra che si organizza e parte per vincere. Perché non le mancano le carte (alla donna): le possiede tutte, e tutte le sa perdere per quei pochi difettucci. Dunque, care signore, adesso che si aprono i giochi politici elettorali – e quindi le candidature in rosa – non sprechiamo questa possibilità di andare a conficcare il nostro paletto in un territorio tutto maschile e maschilista.

Per quanto si impegnino, anche gli uomini più evoluti e moderni (specialmente nel Palazzo), impongono loro malgrado toni e modi tutt’altro che dialogici, abituati come sono, in virtù di atavici privilegi di maggioranza a credere che le donne non ragionino come loro, non riflettendo che proprio questa delle volte è una vera fortuna.

Dunque, bando a femminismi che non sono in questo luogo condivisi, dico che la complementarietà di genere possiede la virtù di fornire una visione più ampia e completa della realtà e dunque delle possibili diagnosi e soluzioni. A questo si aggiunge un approccio con le problematiche esistenziali diametralmente opposto a quello degli uomini. Ciò non significa che quest’ultimo non abbia valore, ma i percorsi che portano al raggiungimento degli obiettivi, secondo la logica delle donne spesso non coincide con quella degli uomini. E può essere un vantaggio. Mi piace fare sempre un esempio a tal proposito: una donna con i pochi ingredienti riesce a comporre un pasto luculliano mentre un uomo è quasi sempre portato a credere che – a pari condizioni – il suo frigo sia vuoto.

Così una donna, una mamma, abituata a fare una sana economia domestica e riuscire con le poche risorse a disposizione, quando disponibili, a pagare anche la scuola di danza alla figlia e portare il dolce per beneficenza a scuola, troverà modo di giostrare con gli ingredienti possibili di cui dispone nella pubblica amministrazione, (fondi, risorse umane, inventiva), non dico a salvare la Patria ma a far fruttare il poco che c’è , trasformando i resti del “frigo” di un Comune o di una Regione se non in un pranzo da re, almeno in un pasto che sfami, non lasciando che quei resti vadano persi o in malora. Chi ha orecchie da intendere, intenda. I giochi sono talmente e subdolamente nascosti e potenti che solo un miracolo potrebbe intaccare i progetti di chi veramente e invisibilmente governa i territori. Il malessere è davvero enorme per poterlo arginare adesso. Tuttavia, non volendo perdere la speranza di poter rendere più vivibile il nostro microcosmo urbano, a proposito di donne e politica e al Governo, auguriamoci che le donne siano donne sempre, eticamente ed esteticamente equilibrate. In un tempo di crisi identitaria devastante, in cui il trasformismo e la confusione la fanno da padroni, poiché tutti credono di sapere e potere fare tutto, a titolo personale lancio un appello: donne, Compagne, sorelle, siate autentiche dentro e fuori e date il meglio di voi stesse. L’iniziativa sposi il buon senso, la scaltrezza si accompagni alla saggezza.

Profumi la vostra forza dell’essenza più preziosa. Esca dalle vostre mani, dalla vostra bocca, dal vostro cuore, dalla vostra mente, energia vitale che risplenda. Ovunque siate e qualunque cosa facciate, sia la vita il motore primo. Fate la differenza. Siate in grado di suscitare e promuovere nel vostro maschile interlocutore, ciò che voi non siete, vale a dire l’uomo. Perché, in ordine  al principio di identità, ognuno sia se stesso e in obbedienza alla sua vocazione di genere, concorra davvero al progresso civile e umano.