Paternò, inizia la campagna elettorale: Laura Bottino “scende in campo”

Sharing is caring!

Il presidente del consiglio comunale di Paternò, Laura Bottino (Foto F. Magrì)

Il presidente del consiglio comunale di Paternò, Laura Bottino (Foto F. Magrì)

L’UNICA LETTURA POSSIBILE: PARTE LA CAMPAGNA ELETTORALE A PATERNO’. A 2 ANNI DALLA SCADENZA NATURALE DELLA LEGISLATURA, SI APRE OGGI CON UN COMUNICATO STAMPA POLITICO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI PATERNO’, LAURA BOTTINO, LA CORSA ALLA NUOVA SINDACATURA. BOTTINO LO FA SCRIVENDO AI GIORNALI E DESCRIVENDO DI FATTO IL SUO MANIFESTO POLITICO, IN NETTA CONTRAPPOSIZIONE ALL’ATTUALE AMMINISTRAZIONE COMUNALE. ECCO IL CONTENUTO DEL COMUNICATO STAMPA CHE APRE ALLA “OFFICINA DELLE IDEE”.

“Ormai da tempo in questa Città il dibattito politico si è arenato su temi di basso profilo, lontani dai reali e concreti bisogni della gente. La classe Politica, e in più generale la Classe Dirigente, sembrano essere ripiegate su se stesse in un clima di autoreferenzialità. Questa comunità vive ormai un’apatica e atavica rassegnazione, dovuta tanto alla mancanza di una forte identità civica, quanto ad un più generale clima di disaffezione e sfiducia nei confronti della politica, anche a livello regionale e nazionale. Le questioni irrisolte da tempo sulle quali non è più concesso indugiare sono certamente tante, ma è necessario in questo momento fare tutti uno sforzo per ridare a questa comunità, alla nostra comunità,  una speranza. Se da un lato bisogna con serietà, impegno, costanza e buona volontà uscire nelle strade, le piazze, parlare ai cittadini, confrontarsi e costruire insieme percorsi condivisi e partecipati, dall’altro la Politica deve dare risposte concrete, ma soprattutto dare una prospettiva, una visione che vada ben al di là dell’ordinaria amministrazione e che generi percorsi di sviluppo economici, culturali e sociali capaci di far uscire la Città dal declino. Infatti si parla troppo poco dell’impoverimento materiale, culturale e spirituale della nostra comunità e della sua frammentazione. Paternò non ha più un tessuto economico in grado di produrre reddito, non ha più un’anima.

Se non si affrontano concretamente questi nodi il rischio che si corre è quello di non avere più alcuna Città da amministrare. Infatti i fenomeni migratori e di spopolamento, oltre che di isolamento dal resto del territorio, non lasceranno spazio nemmeno alla famosa Città dormitorio. Già oggi, la nostra economia, si basa fondamentalmente sul terziario e sulle pensioni. Ma anche il terziario, senza un adeguato sviluppo economico è destinato a sparire. Urge affrontare concretamente alcune tematiche fondamentali, tra loro strettamente interconnesse: Piano Regolatore, zona industriale e artigianale, infrastrutture, sviluppo economico e attività produttive, politiche legate al territorio, politiche di valorizzazione del patrimonio artistico, culturale e umano, ricerca di risorse esterne, politiche di bilancio.

E’ necessario avviare concretamente e seriamente l’iter per la revisione del Piano Regolatore, che da solo non può certamente generare lo sviluppo di questa comunità, ma che costituisce senza ombra di dubbio la cornice attorno alla quale si inseriscono a caduta tutti  i processi di prospettiva della città e di rilancio del territorio. Questo è possibile solo costituendo un tavolo di confronto e partecipazione democratica  con le categorie professionali e con la città, riflettere sulla possibilità e sull’utilità di coinvolgere l’università in questo percorso, individuare in bilancio le risorse finanziarie indispensabili per avviare l’iter di revisione. Risorse che se si fa un’attenta lettura del bilancio ci sono e possono essere investite,  viste tra l’altro le spese fatte negli ultimi mesi assolutamente improduttive. Il dibattito sulla revisione del Piano regolatore non può prescindere da un’attenta analisi sulle politiche relative alla zona industriale e alla zona artigianale, veri volani dello sviluppo, nonché di tutte le infrastrutture che devono ad esse essere strettamente collegate. Così come non si può più tacere su argomenti quali quello della metropolitana, del recupero delle altre reti viarie e ferroviarie, e più in generale di tutti gli strumenti necessari ad una seria “politica estera” capace di far ritornare la nostra Città al centro di un dibattito più ampio sul territorio. Penso al tema delle città metropolitane e al Patto del Fiume.

Lo sviluppo economico passa anche dalla costruzione di percorsi virtuosi inerenti le attività produttive, dalla ricerca di risorse esterne e anche qui dalla costruzione di legami sovracomunali che possano facilitare la ricerca di finanziamenti. Non solo, bisognerebbe investire di più con politiche pubbliche sui nostri prodotti tipici, cosa che non mi pare fino ad oggi sia stata fatta. Pensare che la rinascita della nostra Città passi solo dallo sviluppo economico, senza una parallela rinascita culturale e senza una bandiera, senza un emblema attorno a cui possa stringersi l’intera comunità, è segno di una visione miope e di corto respiro. Occorre una politica culturale capace di far riscoprire le nostre radici, riacquistare la memoria storica  e determinare la  rinascita del “Noi”. Per fare questo, però, occorre coinvolgere le migliori risorse umane, professionali, artistiche e sociali; fare sistema. Non affidarsi ad approssimative iniziative fine a se stesse e gestite in modo assolutamente improprio.

Occorrono anche serie politiche giovanili e scolastiche che affrontino le problematiche relative  alla crescita armonica, al sano impiego tempo libero come condizione indispensabile per la prevenzione del disagio, alla formazione sociale e civica delle nuove generazioni. Una comunità che non si occupa dei propri figli è una comunità senza futuro. La politica ha il dovere di organizzare e indirizzare una macchina burocratica efficiente e adeguatamente motivata, che non travalichi i confini del proprio ruolo, ma che collabori per il buon governo della Città. Tutto questo richiede anche una nuova politica di bilancio, una nuova politica fiscale, che faccia della programmazione e della trasparenza i pilastri fondamentali sui quali costruire un edificio solido e produttivo. Certamente in quest’ottica strumenti quali quelli del bilancio partecipato costituiscono un contributo indispensabile. La Politica ha il dovere di avviare urgentemente un dialogo vero con la Città su questi temi, costruendo “officine di idee”, coinvolgendo le migliori risorse della nostra comunità e tutti gli uomini di buona volontà. Mi farò personalmente portavoce di queste inderogabili esigenze”.

Leave a Reply

Submit Comment
*