Quirinale, il Centrodestra pensa a Berlusconi come candidato di bandiera

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Rieccolo, in un video che ne restituisce un’immagine animata dopo sette mesi di travaglio fisico, politico, giudiziario. Silvio Berlusconi riappare al pubblico, in collegamento con il meeting del Ppe, e lo fa con il piglio da statista che punta tutto sull’Europa, alimentando il suo sogno di proporsi come candidato per il Quirinale. Sogno che gli alleati non hanno comunque intenzione di infrangere

Anzi, si apprende da alcune indiscrezioni, Lega e Fdi potrebbero anche proporre il Cavaliere nelle prime votazioni come candidato di bandiera. Sarebbe, in assenza di un accordo complessivo, almeno un omaggio all’anziano leader, non si sa quanto gradito dall’interessato il cui nome sarebbe comunque “bruciato”.

Di certo, Berlusconi riafferma intanto la sua collocazione tra i popolari che segna la distanza dai suoi compagni di viaggio sovranisti. Non parla di politica italiana, né tanto meno di federazione con il Carroccio, ma del Ppe come “casa politica naturale. Vorrei dire di più: il nostro partito è l’Europa”.

Berlusconi auspica anche un esercito continentale: “L’Europa fino a quando non avrà un’unica politica estera, supportata da uno strumento militare europeo forte, unito e credibile non sarà in grado di svolgere nessun ruolo autonomo. Sono progetti per i quali mi batto da molti anni” .

È una posizione che conquista il plauso convinto di Manfred Weber, capogruppo del Ppe, che si dice “orgoglioso” di Forza Italia ed è quasi un nuovo elisir di lunga vita per l’ex premier, che la settimana scorsa ha rifiutato la perizia medica (e anche psichiatrica) disposta dai giudici di Milano, ma mettendo da parte anche il legittimo impedimento, e acconsentendo dunque a una continuazione del processo in sua assenza. Berlusconi ha deciso di esserci, in una veste il più possibile istituzionale, confortato anche da inattesi riconoscimenti.

Persino Romano Prodi ha difeso il fondatore di Mediaset (“La perizia psichiatrica è una follia italiana”) mentre Enrico Letta ha dato atto della sua capacità di unire il centrodestra: “Berlusconi aveva una capacità di federatore che i due capi di oggi non hanno”. La strategia del Cavaliere prevede ora anche qualche evento in presenza, forse prima della chiusura della campagna elettorale. Con l’obiettivo della corsa per il Colle: un obiettivo che ai più appare proibitivo ma che l’ex presidente del Consiglio, con tenacia, non abbandona. Fonte: Emanuele Lauria per Repubblica.it