Paternò. Tutte le responsabilità politiche del sindaco sul caso Santa Barbara

Sharing is caring!

image

di Andrea Di Bella

Vero è che a Paternò è accaduto qualcosa di grave. Anztutto è ciò che emerge in queste ore, in modo più definito: i consiglieri comunali di Paternò sarebbero stati avvicinati ed anche minacciati da alcuni discutibili personaggi in sede di approvazione del bilancio di previsione dell’Ente, lo scorso 30 novembre, proprio perche alcune somme destinate alla festa patronale sono state vincolate all’approvazione stessa del documento economico-finanziario. Motivo? Facile a dirsi. Il pagamento di alcune somme, si riferisce nella parte relativa ai contributi economici destinati ai traspostatori dei cerei, è stato legato proprio all’approvazione del bilancio stesso. In Assise, a ridosso della votazione, i consiglieri comunali sarebbero stati minacciati. C’era il sindaco Mauro Mangano, c’era l’assessore alla Cultura Valentina Campisano. Questa è una responsabilità precisa che ha “legalizzato” una certa Paterno, senza dubbio una colpa degli attuali amministratori. In sostanza: se si utilizza Santa Barbara per porre un ricatto politico per approvare i mutui che l’amministrazione ha voluto deliberatamente accendere, indebitando ancor di più l’Ente ed esponendolo a rischi sempre più crescenti – per di più con il sopraggiunto intervento anche di sospettabilissimi elementi – questo vuol dire che si è dato di fatto il via ad un meccanismo di auto convincimento da parte di chi ha poi operato in un certo modo nella città. E non solo.

Ieri sul quotidiano La Sicilia si è parlato anche delle altre sette “varette”, che per solidarietà alle due incriminate dal Questore di Catania, hanno terminato anticipatamente i festeggiamenti. E queste, a differenza delle due sequestrate, otterranno i finanziamenti pubblici del Comune di Paternò. Su questo il sindaco non ha nulla da dire? La mafia non è una varetta che balla. La mafia è altro. Addebitare le precise e circostanziate responsabilità di tale gesto al sindaco Mauro Mangano (la singola “ballata” e la canzone del Padrino), rappresenta una speculazione ancor peggiore del fatto stesso. Anche questo rientra in quel cono di ipocrisia che la città si è costruito intorno. Il problema, profondo e grave, è culturale. Semmai è questa la responsabilità della politica che governa, cioè quella di non aver saputo innestare nella mente dei cittadini quel seme di legalità e di senso dello Stato che dovrebbero essere propri di ogni uomo e donna di buonsenso.