EDITORIALI – Freedom24news.eu – Ultime notizie su politica, attualità e cronaca nazionale e siciliana https://www.freedom24news.eu Sun, 24 Sep 2023 22:23:21 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.3 https://www.freedom24news.eu/wp-content/uploads/2018/04/cropped-PROFILO-FACEBOOK-FREEDOM24-EXTRA-2-32x32.png EDITORIALI – Freedom24news.eu – Ultime notizie su politica, attualità e cronaca nazionale e siciliana https://www.freedom24news.eu 32 32 Si faccia molta attenzione nel santificare (da morto) Giorgio Napolitano https://www.freedom24news.eu/archives/42526 Sun, 24 Sep 2023 22:23:20 +0000 https://www.freedom24news.eu/?p=42526 di Andrea Di Bella

Attenti a santificare politicamente oggi Giorgio Napolitano, il presidente emerito della Repubblica Italiana scomparso nella giornata di ieri 22 settembre all’età di 98 anni. Certamente un uomo di una statura politica fuori dal comune, ma comunque chi nel 2011 tramò contro un Governo nel pieno delle sue funzioni, mettendo in campo tutta la sua influenza e travalicando ogni prerogativa costituzionale, spodestando di fatto l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nominando Mario Monti senatore a vita e affidandogli l’Esecutivo del Paese meno apprezzato dagli italiani nella storia repubblicana italiana. Stiamo parlando dunque di un uomo che pur di non riaffidare la parola agli italiani elettori (che avrebbero in massa votato nuovamente Centrodestra), cambiò deliberatamente insieme all’allora presidente della Camera Gianfranco Fini la storia recente del nostro Paese, con la complicità di talune Cancellerie europee. E poi, ma questo è notorio, stiamo parlando di uno degli ultimi autentici comunisti ancora in vita (fino a ieri) in Italia. Il che – ma è una mia personalissima opinione – non è affatto un ascrivibile merito per l’uomo e per il politico Napolitano.

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Taglio accise ai carburanti: è in gioco la credibilità del Governo https://www.freedom24news.eu/archives/42183 Sun, 27 Aug 2023 07:06:15 +0000 http://www.freedom24news.eu/?p=42183 di Andrea Di Bella

Iniziamo dai numeri. Secondo i dati riportati dal Sole 24ORE, il prezzo della benzina ai distributori in Italia costa oggi in media 1,856 euro al litro. Il gasolio 1,821. E sono le tariffe applicate solo al momento in cui scriviamo. Il che vuole dire che i prezzi potrebbero variare di giorno in giorno, costantemente in aumento, come accade ormai da circa due mesi a questa parte.

Gli esperti consigliano di non rifornirsi alle pompe di distribuzione collocate in autostrada, dove notoriamente il pieno al proprio autoveicolo pesa di più sulle tasche dei contribuenti, ma di ricercare la migliore alternativa dentro le città o i piccoli paesi. Questo è ciò che è costretto a fare l’italiano medio nel 2023: ricercare l’affare, con il “caro-tutto” in corso, persino per spostarsi, indipendentemente dal fatto che ci si sposti per necessità.

Tenuto conto del periodo vacanziero, però, non è affatto campata per aria l’idea secondo cui i distributori di carburante applichino tariffe maggiori proprio in virtù degli spostamenti in aumento esponenziale con i picchi di agosto durante le partenze e rientri dalle vacanze di italiani e stranieri nel nostro Paese, mettendo in atto una speculazione senza freni cui le Autorità di controllo dovrebbero comunque porre un freno, specie se si decidesse davvero di tagliare le accise.

Adesso, è mai possibile che tale situazione avvenga in Italia proprio nel momento in cui si è governati da forze politiche che hanno incentrato la loro campagna elettorale alle scorse Politiche quasi del tutto sull’abbassamento delle tasse, tra tutte le accise sui carburanti?

Le accise sulla benzina rappresentano il 38% del costo totale e l’IVA il 18% (in totale rappresentano il 56%, in media con la percentuale indicata). Le accise sul diesel pesano per il 35% e l’IVA il 18% (53% il totale finale).

Il ministro alle Infrastrutture a Trasporti Matteo Salvini solo lo scorso 8 febbraio prometteva che le accise sarebbero state tagliate se il costo della benzina avesse toccato e superato la soglia psicologica dei 2,00 euro al litro, cosa peraltro avvenuta già da tempo in moltissimi centri italiani, specie al Nord. Ma le promesse del leader della Lega sul tema sono anche più antiche: il 6 settembre del 2019, quando al Governo c’era sempre Salvini ma in coalizione con i Cinquestelle, l’impegno fu ancora più solenne: via le accise al primo Consiglio dei Ministri. Promessa disattesa allora, disattesa oggi.

Se solo fosse stato dato seguito a quanto declamato dall’allora e dall’attuale ministro Salvini, oggi la benzina costerebbe 0,817 al litro, mentre il gasolio 0,856 al litro. Tutto questo – vale a dire la riduzione totale o anche solo parziale delle accise sui carburanti – rappresenterebbe una rivoluzione epocale e renderebbe forse questo Governo degno di essere menzionato sui libri di storia.

Spiace constatare che un Esecutivo che si professa liberale, di Centrodestra, che è retto ad esempio da una forza moderata e di buonsenso come Forza Italia che ha sempre perorato la causa della mitigazione delle imposte, quantomeno quelle ritenute maggiormente ingiuste dai cittadini, non prenda il toro per le corna ed assuma finalmente una decisione che gli italiani attendono da troppi anni; più precisamente dal 1934, data di prima introduzione della prima accisa perché venisse finanziata la guerra d’Italia in Etiopia (solo questa voce è applicata ancora oggi e vale 0,000981 euro sul prezzo del litro di benzina al distributore). Su questo tema, senza girarci troppo intorno, il Governo guidato da Giorgia Meloni si gioca adesso gran parte della sua credibilità. Editoriale pubblicato sul quotidiano Italiachiamaitalia.it lo scorso lunedì 21 agosto 2023

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Sanremo 2024. Amadeus eviti il trash all’Ariston e pensi a Baudo https://www.freedom24news.eu/archives/42090 Sun, 20 Aug 2023 20:30:50 +0000 http://www.freedom24news.eu/?p=42090 di Andrea Di Bella

I preparativi sono in atto. Siamo in grado di dirvi che proprio in questi giorni ferragostani il direttore artistico del prossimo Festival di Sanremo, Amadeus, sta effettuando il secondo ascolto delle centinaia di proposte musicali pervenute alla sua attenzione. Tra queste, anche diverse tracce inedite di big della musica italiana pronti a calcare per la prima volta il palco dell’Ariston, altri disponibili a tornarci.

La kermesse è prevista dal prossimo 6 al 10 febbraio 2024 in diretta su Raiuno, e sarà la quinta condotta e diretta consecutivamente proprio da Amadeus che in questo modo eguaglierà i record delle cinque conduzioni consecutive al momento raggiunte solo da Mike Bongiorno e Pippo Baudo.

Mentre si assiste alla formazione del cast sanremese, che si preannuncia ricco di sorprese già dalle anticipazioni che circolano tra gli addetti ai lavori, la concorrenza prepara la controffensiva come lo scorso anno, quando Mediaset dopo diversi anni decise di mantenere la cosiddetta “controprogrammazione” nonostante la gara degli ascolti sia notoriamente impari di fronte alla maggiore manifestazione televisiva italiana.

Sui contenuti della stagione, Mediaset si affaccia ad un approccio nuovo, più votato – almeno nelle intenzioni – alla qualità dei contenuti. Perfino la nuova edizione del reality Grande Fratello, che andrà in onda dal prossimo settembre su Canale5, ha cambiato totalmente volto: stessa conduzione ma impalcatura editoriale totalmente rinnovata a partire dal fatto che la formula “Vip” è stata scientificamente soppressa in favore di una versione più “normale” già dal titolo che diventa “Grande Fratello” senza alcun suffisso aggiuntivo. Per giungere poi al parco opinionisti che viene eliminato in favore di un’unica figura certamente di rilievo come la giornalista Cesara Buonamici. E poi, il cast: personaggi davvero noti al pubblico misti a personaggi totalmente sconosciti, ma che abbiano delle storie da raccontare e che siano distanti dal professionismo dei social, compresi quelli hot come OnlyFans.

A questo, l’ad Mediaset ha posto un’ulteriore rivoluzione, cioè quella di sostituire la veterana Barbara D’Urso ed ingaggiare la più moderata Myrta Merlino in entrata direttamente da La7 per condurre una rinnovata edizione di Pomeriggio Cinque. A questo si aggiungeranno certamente tutta una serie di aggiustamenti in corsa. Tornando al Festival della Canzone Italiana e dunque alla Rai, l’auspicio è che Amadeus possa arginare quei siparietti sgraditi al grande pubblico esattamente come sta cercando di fare la diretta concorrenza.

Episodi come quelli dell’emergente Rosa Chemical insieme a Fedez o impazzimenti scenici come quello di Blanco che smantella la scenografia del Teatro Ariston, entrambe le circostanze andate in diretta europea, sarebbero assolutamente da evitare, per riportare la manifestazione ad un garbo ed ad uno stile che richiami i fasti degli anni ’90, sia pure con le contaminazioni musicali contemporanee che tanto hanno fatto bene e la fortuna dei più giovani e non solo negli ultimi anni.

Da questo particolareggiato osservatorio, ci spingiamo anche oltre e offriamo un consiglio non richiesto al direttore artistico Amadeus: nel suo quinto Festival consecutivo, cui probabilmente non ne seguirà un sesto, farebbe senza dubbio cosa gradita ai telespettatori se riuscisse a riportare sul palco colui che è considerato il re indiscusso della gara canora per eccellenza in Italia: quel Pippo Baudo che tanto manca e che crediamo abbia ancora tanto da dare alla televisione italiana. Finchè il buon Dio ci concederà il privilegio di averlo tra noi, sarebbe per tantissimi appassionati della manifestazione ligure un toccasana riaverlo in video. Il ruolo, se si vuole, potrebbe essere costruito anche su misura per il re dei conduttori. E a proposito di conduzione, Baudo potrebbe essere coinvolto proprio nella veste di conduttore insieme ad Amadeus durante la finale del sabato sera, ruolo che nel 2023 fu affidato a Gianni Morandi. Chissà. Editoriale pubblicato sul quotidiano Italiachiamaitalia.it lo scorso lunedì 14 agosto 2023

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Figlio di La Russa indagato: è il solito giustizialismo all’italiana https://www.freedom24news.eu/archives/41942 Mon, 07 Aug 2023 00:13:03 +0000 http://www.freedom24news.eu/?p=41942 di Andrea Di Bella

È sbagliata la convinzione secondo cui il caso che vede protagonista il figlio minore del presidente del Senato Ignazio La Russa, Leonardo Apache, accusato dalla Procura di Milano di violenza sessuale a seguito della denuncia di una ragazza di ventiduenne, sia probabilmente del tutto esente da ripercussioni politiche. Anzitutto perché Leonardo Apache non è il figlio di un signore qualunque, ma della seconda Carica dello Stato, quello che in gergo delle volte viene definito il “vicepresidente della Repubblica”.

Secondariamente: Ignazio La Russa è il numero due del primo partito italiano che a sua volta guida il Governo del Paese, non certo un piccolo leader di una piccola forza politica, magari extra-parlamentare, la cui considerazione avrebbe potuto trasformare la vicenda in uno spaccato certamente residuale per l’opinione pubblica, quantomeno dal punto della risonanza mediatica che vuole un indagato, specie per fattispecie passionali, già colpevole solo perché raggiunto da un avviso di garanzia.

Terzo elemento: il figlio del presidente La Russa è e resta sì indagato, ma la vicenda potrebbe presto subire degli stravolgimenti rispetto alle prime ricostruzioni. E ad ogni modo, da garantisti, scriviamo a chiare lettere che il figlio del presidente, come tutti gli italiani più o meno importanti di lui, è da intendersi innocente fino a che la Suprema Corte di Cassazione non dovesse stabilirne la chiara colpevolezza attraverso una Sentenza definitiva. Fino a quel momento, tutto potrà accadere.

Fermo restando quanto fin qui detto, torniamo all’implicazione politica. Ci si chiede: è vero o non è vero che Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato della Repubblica Italiana, avrebbe intrattenuto rapporti intimi con una o più ragazze, anche in presenza di altri suoi amici, all’interno della casa del padre presidente del Senato? È vero o non è vero che in tali occasioni oggetto dei recenti dibattiti, se verificatisi, le ragazze coinvolte sarebbero state drogate consapevolmente o forse contro la loro volontà? È vero o non è vero che delle sostanze stupefacenti (si è parlato di cocaina) sarebbero state utilizzate all’interno dell’abitazione della seconda Carica dello Stato? Sono tutti interrogativi seri cui forse seguiranno risposte altrettanto serie, col tempo. Interrogativi onestamente del tutto legittimi e privi di fantasiose o maliziose dietrologie.

La contestazione dei La Russa è presto detta: la ragazza che accusa il figlio di Ignazio avrebbe denunciato circa quaranta giorni dopo il presunto verificarsi dei fatti contestati. Il legale della ragazza, l’avvocato Stefano Benvenuto, ha dichiarato che “contrariamente a quanto sostenuto e criticato”, il deposito sarebbe avvenuto tempestivamente, nell’immediatezza dei racconti della ventiduenne, alla sua presenza, senza attendere nemmeno un giorno. Da parte sua, quindi, non può assolutamente parlarsi di un deposito volutamente tardivo o strumentale. In altre parole, “non vi è stata alcuna strategia difensiva”, ha voluto specificare l’avvocato Benvenuto.

Di contro va detto che su La Russa padre pende il fatto di avere reso pubbliche dichiarazioni sull’accaduto di pancia, magari senza assestare adeguatamente le parole: una dichiarazione di cui poi egli stesso si sarebbe pentito pochi giorni dopo averla pronunciata. Ed è questa: “Dopo averlo a lungo interrogato, ho la certezza che mio figlio Leonardo non abbia compiuto alcun atto penalmente rilevante”, ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa. “Di sicuro lascia molti interrogativi una denuncia presentata dopo quaranta giorni dall’avvocato estensore che – cito testualmente il giornale che ne dà notizia – occupa questo tempo “per rimettere insieme i fatti”, ha aggiunto. In difesa del suo terzo genito, La Russa ha attaccato la ragazza: “Lascia oggettivamente molti dubbi il racconto di una ragazza che, per sua stessa ammissione, aveva consumato cocaina prima di incontrare mio figlio. Un episodio di cui Leonardo non era a conoscenza. Una sostanza che lo stesso Leonardo sono certo non ha mai consumato in vita sua”. Saranno adesso gli inquirenti a stabilire la verità dei fatti, facendo luce su una circostanza universalmente riconosciuta come spiazzante da ogni punto di vista: politico, reputazionale e del decoro della seconda Carica dello Stato Italiano.

L’implicazione politica non esiste? Noi non ne siamo del tutto certi. Ad ogni modo ci ha pensato il premier Giorgia Meloni a soprassedere su una vicenda che ha provocato certamente degli imbarazzi all’interno dei palazzi romani. Dall’altro lato vi è lo Stato di Diritto ed il garantismo propri della natura stessa degli uomini che afferiscono al Centrodestra e a tutto il mondo che vi orbita intorno, in contrapposizione al solito e volgare giustizialismo tutto italiano operato da alcuni settori della politica e dell’informazione.

Il figlio di La Russa è attualmente indagato, neanche rinviato a Giudizio. I processi mediatici sono i peggiori, e la storia di un altro uomo personaggio eccellente ora non più tra noi – Silvio Berlusconi – ci ha insegnato che quando vuole la Magistratura sa essere punitiva oltremisura ed implacabile. La verità salirà a galla ed è probabile che ne verrà fuori un quadro totalmente differente da quello dipinto in queste ultime settimane. Editoriale pubblicato sul quotidiano Italiachiamaitalia.it lo scorso lunedì 31 luglio 2023 

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Altro che Terzo Polo: Renzi adesso punta al Centrodestra https://www.freedom24news.eu/archives/41856 Sun, 30 Jul 2023 00:12:45 +0000 http://www.freedom24news.eu/?p=41856 di Andrea Di Bella

Altro che Terzo Polo o presunto tale, altro che alleanza con Azione di Carlo Calenda. Matteo Renzi ha perfettamente compreso che questo piccolo recinto centrista ricavato sgomitando per posizionarsi in una stretta intercapedine politica che va da Forza Italia ai settori meno estremisti della sinistra, lo relega comunque in una posizione marginale nello scacchiere politico.

L’Italia si sta nuovamente polarizzando: è l’eredità lasciata all’Italia da Silvio Berlusconi, vale a dire un bipolarismo vero e organizzato, nato nel 1994, con la conseguente alternanza centrodestra-centrosinistra. Tolta questa parentesi a tempo caratterizzata dalla presenza dei Cinquestelle, che sono degli autentici sfascisti dello Stato Democratico nati da un “Vaffanculo” in piazza urlato dal suo vero capo Beppe Grillo, e finito con la candidatura alla Camera di Luigi Di Maio con il centrosinistra alle Politiche dello scorso settembre (mancata l’elezione, Di Maio è stato indicato quale rappresentante dell’Unione Europea nel Golfo Persico, vale a dire un paracadute d’oro), il bipolarismo torna a riformarsi.

I Cinquestelle, solo sulla carta oggi guidati dall’ex premier Giuseppe Conte, sono ufficialmente transitati verso un Partito Democratico che con l’elezione di Elly Schlein si è definitivamente spinto pericolosamente a sinistra, lasciando libero un interessante spazio al centro che adesso fa gola a molti, specie dopo la scomparsa del fondatore di Forza Italia, che l’area di centro l’ha sempre presidiata strenuamente.

È sicuramente a questo spazio politico che ambisce Matteo Renzi, e le ragioni di questo suo disinteresse progressivo verso Calenda vanno ricercate indietro nel tempo: l’incontro al Nazareno tra l’allora segretario del Pd Renzi ed il leader del centrodestra Silvio Berlusconi, incontro avvenuto proprio nella sede del Pd al Nazareno il 18 gennaio 2014 – a cui ne seguì un secondo a Palazzo Chigi il 14 aprile dello stesso anno – testimoniano che i due leader fin dal primo momento non si consideravano nemici l’un l’altro, ma solo dei momentanei avversari che avevano deciso di scrivere insieme le regole del gioco: la Riforma della Costituzione. Poi andò come andò, con il mezzo “tradimento” di Renzi che con una trattativa in corso con Berlusconi, si mise in testa di decidere da solo il nome del presidente della Repubblica che fu poi indicato ed eletto il 31 gennaio 2015.

Il nome fu quello di Sergio Mattarella, verso il quale lo stesso Berlusconi aveva più volte espresso apprezzamento, ma che non votò in Parlamento per via dell’imposizione del segretario Pd Renzi. Motivo per cui si ruppe ogni dialogo con la conseguente frenata delle iniziative sulle riforme, poi tentate in solitaria da Matteo Renzi con un referendum celebratosi il 4 dicembre 2016.

Renzi perse, rimangiandosi la promessa secondo cui avrebbe dovuto “lasciare la politica” se avesse perso (si dimise però da Palazzo Chigi), le riforme non si fecero, Berlusconi fece campagna per il “No” alle riforme proposte dall’allora Governo di centrosinistra ma non abbandonò mai l’idea che Renzi potesse in qualche modo divenire, magari nel tempo, un interlocutore “di questa metà campo”, come amava dire il Cavaliere, che in una recente intervista prima della sua scomparsa ebbe a definire lo stesso Renzi “intelligente e simpatico”.

Dal canto suo Renzi ha da sempre cercato di capitalizzare questa predisposizione naturale del leader Berlusconi nei suoi confronti. Adesso non c’è più, il cosiddetto “effetto Silvio” sul consenso di Forza Italia è finito, il partito azzurro si attesta attorno ad un residuale sia pur ragguardevole 6%.

Il segretario politico del partito di cui fu presidente Berlusconi adesso è Antonio Tajani, ministro degli Esteri e vicepremier di Giorgia Meloni, almeno fino al congresso del partito che si celebrerà il prossimo anno. Dunque, cosa accadrà da qui alle Europee ed oltre?

Da questo minuzioso ma privilegiato osservatorio siamo pronti a scommettere che il passaggio graduale di Matteo Renzi al centrodestra sarà obbligato per almeno due ordini di motivi. Il primo: con Carlo Calenda e con Azione non vi è alcuna affinità, di nessun tipo: una condizione più volte sottolineata da entrambi. Il secondo motivo: gli scricchiolii più forti sono recentissimi, e Calenda li ha palesati in un’intervista a SkyTg24, accusando l’ex premier di strizzare l’occhio ai partiti che sostengono il Governo, Forza Italia in primis, tanto da ipotizzare un passaggio del partito di Renzi tra i banchi della maggioranza.

“Credo che Italia Viva (il partito di Renzi, nda) stia tenendosi le mani libere per fare un ragionamento con la maggioranza”, è il sospetto avanzato da Calenda. “Lo suppongo da quello che vedo: la difesa a oltranza del ministro Daniela Santanchè di Fratelli d’Italia, il voto con il Governo sulla carne sintetica fatto seguendo pedissequamente Francesco Lollobrigida. Non so cosa vogliano fare, ma vedo segnali da molto tempo di slittamento verso destra”. Il terzo motivo: a Renzi interessa sì occupare l’area di centro politico che adesso si ritrova orfana di personalità all’altezza, ma il centro del centrodestra. Editoriale pubblicato sul quotidiano Italiachiamaitalia.it lo scorso lunedì 24 luglio 2023 

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La vera rivoluzione in Rai? Privatizzazione e zero canone https://www.freedom24news.eu/archives/41739 Fri, 21 Jul 2023 21:52:42 +0000 http://www.freedom24news.eu/?p=41739 di Andrea Di Bella

Da alcuni giorni tutti i maggiori network televisivi hanno presentato alla stampa e ai telespettatori i propri palinsesti per la prossima stagione. Mediaset, per volere del suo amministratore delegato Pier Silvio Berlusconi, ha inteso dare un taglio netto col passato: meno trash, più qualità; meno opinionismo da parte di influencer e similari, più informazione di qualità. Da qui la scelta da parte dei piani alti di Mediaset di sostituire fin da subito – la notizia è dell’ultim’ora – alcuni personaggi già proposti dal gruppo autoriale che lavora alla prossima edizione de “Il Grande Fratello” (non più “Vip”, ma che avrà al suo interno anche personaggi non famosi e che abbiano “storie da raccontare”).

Il reality, inoltre, verrà riportato ad una linea di maggiore severità fin da inizio trasmissione, che sarà guidata in continuità sempre da Alfonso Signorini. La novità maggiore per l’ammiraglia Canale5 è la sostituzione del volto di Cologno Monzese Barbara D’Urso che interrompe la sua conduzione di “Pomeriggio Cinque”, programma che l’azienda ha deciso di affidare alla giornalista Myrta Merlino in arrivo direttamente dal mattino di La7 proprio a garantire un cambio totale di rotta e assicurando così ai telespettatori un contenitore più accurato dal punto di vista giornalistico e meno raffazzonato.

Su questo preciso punto vedremo la Merlino alla prova dei fatti dal prossimo settembre. Dal canto suo la D’Urso non ha mancato di far sapere anche attraverso alcune dichiarazioni pubbliche di un suo giustificabile e profondo rammarico, perché l’azienda avrebbe chiuso i battenti della “sua” trasmissione senza darle la possibilità di “salutare il suo pubblico”. Il contratto di Barbara D’Urso però durerà ancora fino al prossimo dicembre, motivo per cui potrebbe ancora maturare qualcosa.

Nel complesso, le intenzioni del Biscione sono state palesate in occasione della recentissima “Serata con la Stampa” organizzata a Cologno Monzese, alla presenza dei massimi dirigenti Mediaset e dello stesso Pier Silvio Berlusconi, che ha annunciato tra gli altri l’arrivo in squadra di Bianca Berlinguer, cui sarà affidata una prima serata i cui dettagli sono ancora in fase di definizione.

Confermati tutti i pezzi da novanta dell’informazione talk di Rete4, una rete che negli anni si è trasformata da riferimento del mondo femminile a tribuna giornalistica qualificata.

La verità è che con la morte del fondatore di Fininvest Silvio Berlusconi, cadono adesso una per una tutte le star del gruppo che potevano contare prima di tutto sul suo placet, anche a costo di un sacrificio sulla qualità del prodotto televisivo pur di mantenere in video taluni discutibili personaggi. Cambia storia, dunque.

Nella “Rai del Centrodestra” invece, oltre ai riconfermati come Bruno Vespa ed il suo “Porta a Porta”, vi sono dei cambiamenti importanti come l’arrivo di Pino Insegno al preserale (benvoluto d’eccezione dalla premier Giorgia Meloni), Luca Barbareschi e Alessandro Cattelan. Fabio Fazio merita una parentesi a parte. In fatto di cambiamenti è uno tra gli unici a cui questo sconquasso tubocatodico è convenuto ed anche parecchio: la mancata riconferma su Raitre del suo “Che Tempo che Fa”, in un primo momento descritta come una vera e propria epurazione da un numero importante di commentatori eccellenti ed anche da pezzi trasversali di informazione, va in realtà tradotta in questi termini: un aumento spropositato del cachet di Fazio, non affatto cacciato ma che con ogni probabilità serbava già intimamente di transitare sul canale Nove, con un ingaggio di circa dieci milioni di euro. Al suo posto su Raitre approderà “Report” la domenica in prime time.

Chi parla e scrive di “epurazione” lo fa in malafede, dunque. Anzitutto perché il primo a dire di non essere stato cacciato è lo stesso Fazio. Secondariamente, perché può perfettamente dirsi che Fazio ha preferito spontaneamente sedersi al tavolo di chi ha offerto di più, cioè il gruppo Discovery. E non solo lui, ma anche la compagna di lavoro Luciana Littizzetto (che in questo rimescolamento di carte si è guadagnata anche un posto da giudice a “Tu sì que Vales” al posto di Teo Mammicari sulla berlusconiana Canale5), Filippa Lagerbäck e verosimilmente tutto il gruppo che lavora alla realizzazione della trasmissione.

La conclusione che se ne trae è che adesso vi sarà maggiore pluralità nell’informazione del Servizio Pubblico radiotelevisivo, che in ogni caso abbisognerebbe di un passaggio urgente sulla privatizzazione che il Governo dovrebbe portare all’attenzione del Parlamento: privatizzazione di almeno di uno dei tre canali generalisti Rai, e di una complessiva riconsiderazione del canone fatto pagare obbligatoriamente all’interno della bolletta della fornitura di energia elettrica a tutti gli italiani. Vi pare normale?

Ma insomma, cos’è la Rai? Un’azienda pubblica, e per questo sovvenzionata esclusivamente (e giustamente) dai cittadini e regolata dalla Commissione di Vigilanza; oppure una televisione privata che pesca anche nel mercato pubblicitario, esercitando dunque un ruolo di “concorrenza sleale” sui competitor?

Mediaset dal canto suo mette finalmente in campo un’offerta competitiva non più solo dal punto di vista dei numeri, ma soprattutto della qualità dei contenuti informativi sulla rete ammiraglia ed anche presso i canali tematici. Gli altri broadcast seguono a ruota, per non restare all’angolo e mantenere la propria fetta di ascoltatori e non vedersela risucchiare dai maggiori altri gruppi, con sullo sfondo la crisi delle pay-tv, Sky in testa.

La strada tracciata dall’ad Mediaset, dimostrato in modo incontrovertibile che la Rai può essere battuta sui numeri senza chiedere un solo euro ai telespettatori, adesso va nella direzione di fornire contenuti all’altezza di ciò che manda in video la Rai, a partire dall’informazione potenziando le “all news” e le offerte di intrattenimento. Altrettanto fanno gli altri. Ma senza un’azione forte che porti alla progressiva privatizzazione della Rai e ad un conseguente azzeramento del cosiddetto canone, con la collocazione della rete nel mercato, non vi potrà mai essere competizione autentica. Editoriale pubblicato sul quotidiano Italiachiamaitalia.it lo scorso lunedì 17 luglio 2023 

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A Paternò il sindaco Naso apra una nuova fase politico-amministrativa https://www.freedom24news.eu/archives/41273 Sun, 11 Jun 2023 00:02:03 +0000 http://www.freedom24news.eu/?p=41273

Nino Naso, sindaco di Paternò

di Andrea Di Bella

A Paternò in questi giorni è sempre vivo un serpeggiante dibattito circa un avvicinamento di Forza Italia ed un riavvicinamento di Fratelli d’Italia all’Amministrazione Comunale, attualmente retta dal sindaco Nino Naso. Nulla da eccepire, la politica è anche questo. Con la massima onestà intellettuale, però, ritengo di dover proporre un semplice ragionamento: questo sindaco, insieme alla sua coalizione civico-politica di area moderata, ha vinto le elezioni esattamente un anno addietro. Questo è un dato incontrovertibile da cui tutti certamente dovrebbero partire. E gli altri, tutti gli altri, le elezioni le hanno perse. Adesso, al di là delle considerazioni di merito sull’opportunità di avviare o meno interlocuzioni con forze politiche che persero le Amministrative contro Naso, sarebbe un gran peccato se questa nuova fase si rivelasse solo come l’offerta di importanti poltrone in cambio di uno strapuntino che risulterebbe forse incomprensibile per i cittadini-elettori. Un grave errore.

Se è il caso dunque, dati i nuovi equilibri politici venutisi a determinare dopo le Regionali in Sicilia dello scorso settembre 2022 e le recentissime elezioni a Catania, il sindaco dovrebbe forse valutare l’opportunità di riconsiderare complessivamente gli assetti di Governo della città, mettendo al centro del dibattito non le poltrone o gli uomini che dovrebbero occuparle, ma delle chiare e serie linee programmatiche frutto di un altrettanto serio confronto con tutte le forze politiche del Centrodestra: Centrodestra di cui Naso fa parte esattamente come ne fa parte il suo partito, il Mpa di Raffaele Lombardo. Di questo avviso anche Forza Italia, che attraverso le parole del commissario del partito azzurro a Paternò Francesco Rinina da queste colonne nella giornata di ieri ha fatto sapere che servirebbe adesso “(…) un decisivo cambio di passo. Questa visione individualistica e autoreferenziale della politica rischia di arrecare solo un danno alla città. Non bisogna lasciarsi impaurire dalle differenze ma piuttosto lo spirito di collaborazione deve assolutamente prevalere”.

Successivamente, il confronto dovrebbe spostarsi in Consiglio Comunale, manifestando così un’autentica apertura civico-politica all’interno del massimo Organo rappresentativo della città. Così facendo i nomi della futuribile nuova Amministrazione verrebbero fuori naturalmente, con la saggia supervisione del sindaco nel suo ruolo di “padre nobile”, senza l’imposizione di alcuno ma solo attraverso un’operazione di buonsenso, seria e di indubbia lungimiranza politica, partendo però necessariamente da tutti i soggetti che hanno contribuito a vario titolo ed in modo determinante alla vittoria elettorale nel 2017 e nel 2022, passando poi per un allargamento fisiologico. dibella@freedom24news.eu

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Nella “nuova Rai” qualcuno trovi un posto per Pippo Baudo https://www.freedom24news.eu/archives/41243 Thu, 08 Jun 2023 06:43:06 +0000 http://www.freedom24news.eu/?p=41243 di Andrea Di Bella

Guardare Pippo Baudo alla televisione è sempre stata una grande emozione, qualsiasi cosa abbia fatto. Ci mancherà molto, a noi sensibili della scena, quando non sarà più tra noi. Una risorsa umana ed artistica negli ultimi anni emarginata immeritatamente dallo spettacolo. Lo commemoreranno dopo, con speciali pieni di inutile retorica e ipocrisia, quando lo avremo perduto in tutta la sua grandezza. Ieri Pippo ha compiuto 87 anni. Spero che in questa nuova Rai che si profila giorno dopo giorno possa esistere ancora uno spazio piccolo o grande cucito dignitosamente addosso a questo grande personaggio che ha insegnato come stare in video a tutti coloro che fanno la tv oggi.

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Paternò. Risorse politiche all’altezza siano priorità della classe dirigente https://www.freedom24news.eu/archives/41137 Thu, 25 May 2023 10:29:34 +0000 http://www.freedom24news.eu/?p=41137

Palazzo Alessi, sede istituzionale del Consiglio Comunale di Paternò.

di Andrea Di Bella

A Paternò, che è la mia città e a cui ho dedicato energie personali, professionali, politiche e di ogni altro tipo nel corso di tanti anni, non ho potuto fare altro che registrare – specie nell’ultimo scorcio – un imbarbarimento del dibattito e di conseguenza un assottigliarsi della qualità di chi produce quel dibattito, cioè gran parte della classe dirigente politica, tra questi anche chi oggi ricopre ruoli di diretta responsabilità. Senza voler polemizzare con alcuno in particolare modo, ritengo che chi oggi detiene la maggiore carica politica ed istituzionale in questa città debba definitivamente rendersi conto di questa triste condizione, ponendo dunque in essere azioni concrete affinché certi scivoloni e certe imbarazzanti improvvisazioni vengano arginate il più possibile.

Questo passa inevitabilmente attraverso la scelta di risorse all’altezza, di donne e uomini capaci di serie e oculate interlocuzioni ai più svariati livelli, oltre che di confronti adeguati e che anzi non procurino da parte di alcuni ripetuti imbarazzi. Dico questo perché così come molti altri, vivo Paternò in ogni suo angolo, non disdegno il confronto con chicchessia e non posso fingere che non esista tra i cittadini un sentimento di crescente sfiducia e di distacco che procura un autentico dispiacere. Il lavoro certamente apprezzabile di risanamento lento ma progressivo della comunità dopo anni di totale inadeguatezza amministrativa, nonché l’impegno totale e innegabile di pochi – tra questi certamente il primo cittadino – non può certo infrangersi sulla inabilità di altri che scommettono al ribasso (forse inconsapevolmente, il che è anche peggio), intorpidendo culturalmente ed intellettualmente il ruolo della politica che ha invece il compito di dialogare e di “fare” a livelli certamente diversi.

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“Sei nero, quindi bravissimo” https://www.freedom24news.eu/archives/35162 Sun, 07 Nov 2021 18:52:28 +0000 http://www.freedom24news.eu/?p=35162 di Giuliano Guzzo

Il fatto che Donald Trump non sia più Presidente e non sieda alla Casa Bianca non ha placato, negli Stati Uniti, un’ondata antirazzista che ha ampiamente superato il perimetro della ragione per tuffarsi in quello del fanatismo. La faccenda è talmente seria che a scuola, ormai, i professori tremano alla sola idea di dover dare un brutto voto ad uno studente di colore che non risultasse brillante nell’affrontare un’interrogazione o un test.

Su American Conservative, lo scrittore Rod Dreher ha riferito di aver scambiato due parole con un docente, peraltro di orientamento progressista, il quale gli ha confidato che nella sua università «tutti hanno paura di essere accusati di razzismo, se ad uno studente di colore non piace il suo voto. C’è un’ansia profonda su questo». Sempre Dreher ha scritto di un accademico a cui il preside ha intimato di alzare il voto ad un allievo di colore.

«Eredità dell’oppressione», sono le parole che questo docente si è sentito pronunciare dal dirigente per motivare lo scarso rendimento del suo studente, da appianarsi con una votazione più elevata di quella meritata. Beninteso, Dreher non inventa nulla. Bari Weiss giornalista e scrittrice americana che nel luglio 2020 si è dimessa dal New York Times, stanca del conformismo della mitica testata, racconta di casi addirittura più sconvolgenti.

«Uno studente liceale di New York», ha segnalato l’editorialista, «mi ha raccontato che agli studenti della scuola scuola viene detto: “Sei bianco e maschio, se vuoi parlare se il secondo della fila”». Essere bianchi sta quindi diventando una colpa, bianchi maschi un’infamia. Invece la pelle scura passa per merito. Tutto ciò ha una logica precisa, spiega sempre la Weiss, e cioè quella secondo cui, per riparare a secoli di discriminazioni, ora occorre discriminare al contrario, a mo’ di risarcimento.

Presto cose simili accadranno pure in Europa. Questione di tempo. Ma proprio per questo occorre interrogarsi sul fenomeno e domandarsi come si possa essere così miopi da non vedere come l’antirazzismo ideologico non potrà che generare nuove tensioni sociali, non risolvendo bensì inasprendo sentimenti di rivalità e conflitto. La demonizzazione dell’uomo bianco, infatti, non solo diffonde odio, ma finirà col penalizzare ulteriormente le persone di colore, che diverranno bersaglio della rabbia di chi scorgerà in loro i nuovi (ingiustamente) privilegiati. É difficile da capire?

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