Ma la RAI non si dimentichi di Pippo

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Macaluso: Napolitano, auguri al mio vecchio amico

di Valerio Musumeci

Qualche giorno fa Pippo Baudo ha compiuto ottant’anni. Una bella sommetta tonda, significativa, che lo impetra ormai anche anagraficamente come il grande vecchio della televisione italiana. I festeggiamenti non sono stati male: è stato ospite ai Wind Music Awards a Verona, alcune teche dei suoi programmi sono state aperte e ritrasmesse, il mondo dello spettacolo, della cultura e della politica gli ha porto un affettuoso augurio di lunga vita e buona salute. Ecco, chi lo conosce sa che non c’era modo migliore per rovinargli un compleanno: uno come Pippo, con sessant’anni di protagonismo alle spalle, ad essere “ricordato” non ci sta. E come gli capita da qualche anno a questa parte, ovvero da quando non gli sono più proposti programmi in Rai, l’insofferenza verso quello che ritiene un comportamento irriguardoso si vede. Perché lui vorrebbe ancora essere protagonista, e in teoria potrebbe: Costanzo non è molto più giovane eppure il suo programma attacca ancora. Un qualche spazio a Baudo avrebbero potuto lasciarlo, come anche sarebbe stato carino dargli un ruolo dirigenziale o da talent-scout quale gli piace sempre essere.

Se ne rende conto sul Corriere della Sera Aldo Grasso: «Sarebbe del tutto ingiusto e anche controproducente per l’azienda rinunciare alla sua professionalità e alla sua esperienza – scrive il critico televisivo a tal proposito – Qui in Italia, specie in tv, tutti nascono “imparati”: una supervisione di Pippo li aiuterebbe a crescere e permetterebbe a lui di non sentirsi emarginato da un mondo cui ha dato molto. Pippo è il conduttore per eccellenza, l’uomo che incarna ancora l’idea della star televisiva, non più lontana e inafferrabile come quelle cinematografiche, ma vicina, a portata di mano. È il presentatore che ha inventato la regia “sul campo”, ultimo erede della grande tradizione del varietà. È stato lui a scandire il ritmo del programma mentre lo metteva in scena e affrontava imperturbabile qualsiasi imprevisto. Dopo 50 e più anni di duro lavoro – conclude Grasso – non ha più voglia di patire certe indifferenze, di subire passivamente la condizione di non essere più utile all’azienda». Giusto. Petizione per il ritorno in onda di Baudo, subito. Lo merita. La Croce – Quotidiano