Laura Bottino mi rispose pubblicamente il 10 agosto del 2014. Io mi riferii a lei in un fondo pubblicato sul giornale il giorno prima, dicendole: “Se vuol fare il candidato sindaco, lo dica subito. E nel frattempo, firmi anche la sfiducia”. Bottino mi rispose con metafore argute e con intuizioni linguistiche da fine insegnante quale è. Fu lunga e la apprezzai molto, lo confesso. Mi colpì un passaggio, che riporto in calce: “Mi affascina anche l’idea di poter raggiungere la vetta più alta, la cima, da dove è possibile ammirare il panorama – scrisse Bottino – Ma bisogna essere consapevoli che questo può avvenire solo se la montagna è stata attraversata tutta, con il ritmo e la serenità giusta, se ne è stata affrontata e conosciuta ogni sua singola parte, senza avere fretta. Ecco, se con una similitudine vogliamo paragonare la montagna alla politica, dico che sto semplicemente attraversandone i sentieri per imparare a conoscere ciò che essa è in grado di offrirci”. Inutile aggiungere altro. E’ passato poco più di un anno e la presidente Bottino, stando a quanto si apprende nelle ultime ore, pare abbia finalmente compiuto quel cammino presso quei “sentieri” della politica ormai percorsi in lungo e in largo. In definitiva: ormai conosce la strada.
A Roma il Partito Democratico di Matteo Renzi governa da circa un anno il Paese. Al suo fianco Angelino Alfano, leader di Nuovo Centrodestra (partito nato dalla traumatica scissione da Forza Italia). A Palermo il Pd mantiene ancora in vita l’esperienza di governo regionale in Sicilia di Rosario Crocetta, spalleggiato solo da qualche settimana anche dagli ormai nuovi alleati dei democratici in Sicilia: Giuseppe Castiglione e lo stesso Alfano, che sembra vogliano proporre una candidatura esterna alle prossime Regionali, in accordo con il Pd. Una candidatura politica che metta insieme il moderatismo del nuovo Pd renziano ed il nuovo riformismo degli ex (nuovi) democristiani capitanati dall’ex delfino di Berlusconi. Tutto noto, ormai. E a Paternò? Qualcuno forse credeva che proprio qui, nella città che ha attualmente al suo interno il più castiglioniano e alfaniano di tutti, non si cercasse di combinare lo stesso matrimonio? Niente di più facile, sembrerebbe. Il sen. Salvo Torrisi, eletto a Palazzo Madama nel 2013 con il Pdl e poi passato a NCD, sembra stia tessendo trame articolate. L’obiettivo è quello di costituire un progetto quanto più aperto possibile, a vocazione moderata ma pare in stretta collaborazione con il Partito Democratico. Unico problema sembra essere rappresentato dall’attuale primo cittadino, Mauro Mangano. Il prezzo da pagare per lui sarebbe proprio questo: la non ricandidatura per il Pd dell’attuale sindaco di Paternò sarebbe nelle cose. Come farebbe Torrisi a far votare Mangano (questa volta a carte scoperte, a differenza del 2012), dopo l’inconcludente esperienza amministrativa? E come convincere i consiglieri comunali e i gruppi giovanili di NCD che fino ad adesso hanno condotto un’opposizione dura a questa amministrazione e alla maggioranza che la sostiene? Serve un ricambio. Chi meglio di una donna giovane, professionista seria, integerrima e perfino esponente di una sinistra moderata? Il nome di Laura Bottino sarebbe il risultato di questo ragionamento. Una linea ormai molto accreditata negli ambienti politici della città che più si interessano di questioni elettorali dell’ultima ora, ed anche di fonti consiliari che non smentiscono affatto tali ipotesi. Peraltro, proprio nelle ultime settimane, l’opposizione di Bottino in Assise si è un tantino ammorbidita (e con la sua anche quella del consigliere comunale Giancarlo Ciatto, politicamente assai vicino alla presidente), segno che gli animi si stanno pian piano calmando. E chissà che per Mangano non possa essere addirittura riservato il vantaggio più grande: un seggio alla Camera dei Deputati.