Garlasco, Alberto Stasi resta in stato di semi-libertà. Cassazione rigetta ricorso

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Due sviluppi, opposti ma strettamente legati, riportano il caso Garlasco sotto i riflettori. Da un lato, la Cassazione ha confermato la semilibertà ad Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi. Dall’altro, nuovi esiti del maxi incidente probatorio sull’indagato Andrea Sempio sembrano non offrire elementi risolutivi: le impronte esaminate non contengono Dna utile per le comparazioni.

Il rigetto da parte della prima sezione penale della Cassazione del ricorso presentato dalla Procura generale di Milano ha consolidato il provvedimento del Tribunale di Sorveglianza che, l’11 aprile scorso, aveva concesso a Stasi – in carcere dal 2015 e al lavoro esterno dal 2023 – l’accesso al regime di semilibertà. La contestazione firmata dalla sostituta procuratrice generale Valeria Marino, tra le altre cose, segnalava l’assenza di un’autorizzazione specifica per il rilascio di un’intervista televisiva concessa a Stasi durante un permesso premio, andata in onda il 30 marzo.

Contemporaneamente, dalla nuova inchiesta a carico di Andrea Sempio – amico di Chiara Poggi mai formalmente indagato al tempo dei fatti – filtrano indiscrezioni scoraggianti per gli inquirenti: nessun passo avanti decisivo dal punto di vista scientifico. La riapertura del caso resta così sospesa tra dubbi investigativi e verità giudiziarie già cristallizzate.