Vacanze sempre più care per le famiglie italiane, che rinunciano ai lunghi soggiorni estivi, preferendo periodi più brevi e mesi meno costosi come giugno e settembre. A denunciarlo sono le associazioni dei consumatori, che parlano di aumenti non giustificati da inflazione o caro energia.
Secondo Assoutenti, l’Emilia-Romagna è la regione più “abbordabile”, mentre la Sardegna guida la classifica delle mete più care. Una settimana in hotel a 3 stelle per una famiglia di quattro persone può costare da 1.030 euro a Rimini fino a 3.015 euro a San Teodoro. Prezzi elevati anche in Toscana, Liguria e Campania. A Marina di Pietrasanta si parte da 2.226 euro, a Santa Margherita Ligure si arriva a 3.551 euro.
Non va meglio con i traghetti, che segnano un aumento medio del +9,7%: per portare auto e famiglia in Sardegna ad agosto, si può spendere tra i 1.000 e i 1.360 euro solo per il viaggio andata e ritorno.
Sul fronte degli stabilimenti balneari, il Codacons segnala prezzi stabili ma elevati: dai 35 euro medi al giorno per ombrellone e due lettini fino a 120 euro in alcune zone della Sardegna. Nei lidi di lusso, le cifre diventano surreali: al Twiga di Forte dei Marmi una tenda in prima fila costa 1.500 euro al giorno, mentre all’Augustus Hotel se ne spendono 560 euro per una postazione base. A Gallipoli si arriva a 90 euro per una giornata standard in spiaggia, e al Nikki Beach Costa Smeralda si parte da 550 euro al giorno, con credito per consumazioni. Insomma, anche quest’anno il mare italiano si conferma un privilegio per pochi, più che un diritto per tutti.