Regione Siciliana, questione “sottogoverni”. Poltrone e potere

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La questione “poltrone” nel sottogoverno siciliano è un tema di cruciale importanza che merita un’analisi approfondita, tema questo che sta bloccando le attività di governo. Anzitutto, è fondamentale riconoscere che la distribuzione delle cariche e dei ruoli nel governo regionale come nelle sue varie articolazioni non riguarda semplicemente un gioco di potere, ma ha ripercussioni dirette sul funzionamento e sull’efficacia delle istituzioni stesse.

Negli ultimi anni, abbiamo assistito a una continua riproposizione di dinamiche politiche in cui le scelte per le nomine vengono frequentemente motivate più da rapporti di fedeltà o alleanze strategiche piuttosto che da criteri di merito e competenza. Questo non solo compromette la qualità delle decisioni politiche, ma mina anche la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, già gravemente scossa dalla percezione di un’inefficienza cronica e di corruzione.

Inoltre, le nomine nell’ambito del sottogoverno dovrebbero riflettere una rappresentanza equa e inclusiva delle diverse componenti della società siciliana. È inaccettabile che, al di là delle dichiarazioni di intenti, si continui a privilegiare sempre le stesse elite politiche senza considerare la necessità di una nuova generazione di leader giovani e competenti, capaci di affrontare le sfide moderne con visione e innovazione. Ed esempi, senza fare nomi, sono sotto gli occhi di tutti.

È urgente, quindi, una riflessione critica sui meccanismi di selezione della classe dirigente e sull’importanza di adottare criteri meritocratici e non basare le scelte solo sul peso elettorale dei singoli. Solo così si potrà realmente lavorare per un governo più efficiente e credibile, in grado di affrontare efficacemente le questioni cruciali per la Sicilia, lo sviluppo economico, l’occupazione giovanile e la tutela dell’ambiente.

La questione delle poltrone di governo e di sottogoverno non devono essere relegate a una mera logica di spartizione, ma deve diventare l’occasione per un vero rinnovamento e una reale rappresentatività. Le istituzioni hanno bisogno di essere riformate, e le nomine devono riflettere non solo competenza, ma anche una visione condivisa del futuro e remare verso la stessa direzione. QTSicilia