Referendum 8-9 giugno. Meloni: “Vado ma non prendo la scheda”

Sharing is caring!

Altro che neutralità istituzionale: Giorgia Meloni ha trovato un modo tutto suo per essere presente e assente contemporaneamente. Alla vigilia del referendum su lavoro e cittadinanza, l’8 e 9 giugno, la premier ha annunciato che andrà al seggio ma non ritirerà la scheda. “È una delle opzioni”, ha detto, con nonchalance, durante le celebrazioni della Festa della Repubblica.

Apriti cielo. L’opposizione si è scatenata: “vergognosa”, “blasfema”, “presa in giro agli italiani”, c’è chi parla di un “trucco da illusionista” per abbattere il quorum senza sporcarsi le mani. Ma il Viminale conferma: sì, si può entrare nel seggio e non prendere la scheda, ma non si è considerati votanti, e dunque non si incide sul raggiungimento del 50%+1 necessario alla validità del referendum.

Diverso – precisano – annullare la scheda dopo averla presa o restituirla immediatamente: in quel caso, il cittadino risulta aver votato. Ma Meloni no: lei vuole il gesto simbolico senza contribuire al conteggio, e lo dice proprio nel giorno in cui anche Antonio Tajani ha annunciato che si asterrà. Un’altra geniale invenzione del marketing politico: l’astensionismo patriottico.