Sono sette le candidature alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno che, sulla base delle verifiche fatte, sono risultate in violazione del Codice di autoregolamentazione. Lo ha reso noto la presidente della Commissione parlamentare antimafia Chiara Colosimo nel corso della seduta che ha preceduto l’audizione del procuratore di Genova Nicola Piacente. I sette cosiddetti “impresentabili” sono Angelo Antonio D’Agostino (Forza Italia-Noi moderati), Marco Falcone (Forza Italia-Noi moderati), Alberico Gambino (Fratelli d’Italia), Filomena Greco (Stati Uniti d’Europa), Luigi Grillo (Forza Italia-Noi moderati), Antonio Mazzeo (Partito democratico) e Giuseppe Milazzo (Fratelli d’Italia). Gli elenchi dei candidati sono stati trasmessi il 7 maggio scorso alla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo: la rilevazione ha interessato 817 nominativi.
LA REPLICA DI MARCO FALCONE – “Abbiamo appreso delle dichiarazioni della presidente Colosimo, ma vorremmo ricordare che ho dichiarato i due procedimenti in corso già dalla mia elezione alle ultime Regionali e dalla mia nomina ad assessore all’Economia. Nulla ci vieta di correre a questa tornata elettorale. Del resto ad oggi in Italia, per fortuna, non è stato ancora istituito alcun reato di ‘impresentabilità». Così l’assessore della Regione Siciliana Marco Falcone, candidato per Forza Italia alle Europee del prossimo giugno. “Le valutazioni della Commissione Antimafia – prosegue Falcone – attengono a un piano che prescinde dall’ambito penale e che non incide sul percorso in atto. Rassicuriamo gli amici che in queste ore ci hanno mostrato vicinanza e sostegno, invitandoli a dare il massimo in questi ultimi dieci giorni di campagna, per poter realizzare a Bruxelles in progetto di ‘Europa dei fatti'”. Falcone è stato rinviato a giudizio dopo due inchieste: una a Catania su presunti favori a una dipendente della Società interporti siciliana (tentata concussione), una a Palermo sulla governance dell’Istituto autonomo case popolari (induzione indebita a dare e promettere utilità).