Cancro, l’alcol associato a oltre 740.000 casi l’anno

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di Tina Simoniello

Quattro diagnosi di cancro ogni 100 nel mondo potrebbero essere associate al consumo di alcol. E in un caso su 7 al consumo moderato di alcol: cioè a due drink al giorno. È la stima più recente, fatta per l’anno 2020, sull’infausta relazione tra alcol e tumori ottenuta da un team internazionale di esperti di salute pubblica, di cancro e di salute mentale, che hanno firmato uno studio pubblicato su Lancet Oncology. Secondo gli autori, è urgente aumentare la consapevolezza delle persone e dei decisori politici sul nesso tra consumo di alcol e rischio di cancro.

Il legame tra alcol e rischio di cancro è in realtà già da qualche tempo oggetto di studio da parte di molti ricercatori nel mondo. È stato in effetti dimostrato che questa sostanza tossica, capace di indurre dipendenza, può danneggiare il Dna e interferisce con la produzione di ormoni che a loro volta possono contribuire allo sviluppo di alcune patologie oncologiche. Secondo alcuni studi, inoltre, l’alcol è in grado di potenziare gli effetti cancerogeni di altre sostanze tossiche: una tra tutte il tabacco. Chi fa uso di tabacco e alcolici insieme avrebbe un rischio di 30 volte più elevato di sviluppare un tumore della cavità orale, dell’orofaringe, della laringe e dell’esofago,  rispetto a chi fuma o beve solamente.

Ma torniamo allo studio su Lancet Oncology. I ricercatori hanno prima di tutto stabilito i livelli di assunzione di alcol pro-capite per ogni paese per l’anno 2010, per poi verificare se e come tale consumo abbia influenzato le diagnosi oncologiche a distanza di un decennio, ossia nel 2020. Hanno quindi combinato i dati di consumo con quelli relativi ai nuovi casi di cancro a carico del cavo orale, di faringe, laringe, esofago, del colon-retto, del fegato e della mammella, ovvero dei tumori per i quali oggi è più forte l’evidenza di un nesso causale con l’alcol. Hanno considerato come “moderato” il consumo di 0,1-20 grammi di alcol al giorno, cioè l’equivalente di un massimo di due bevande alcoliche; come “a rischio” l’assunzione di 20-60 grammi, che significa due-sei bevande alcoliche al giorno, e infine come “pesante” il bere più di 60 grammi al giorno di alcol, e cioè più sei drink.

Come anticipato, a livello globale è stato stimato che il 4% (741.300) di tutti i nuovi casi di cancro del 2020 sia associato al consumo di alcol. Scendendo più nel dettaglio: i casi alcol-correlati di tumore dell’esofago sono stati 189.700, del fegato 154.700 e della mammella 98.300, seguite dai tumori del colon-retto e dei tumori del cavo orale e della gola. Ancora più nello specifico, il consumo “a rischio” è risultato associato al 39% dei tumori (291.800) e il consumo “pesante” al 47% (346.400). Ma anche il consumo “moderato” è risultato problematico, associato al 14% (103.100) del totale dei casi di cancro alcol-correlabili.

Dei 741.300 tumori potenzialmente alcol-correlati, il 77% – cioè 568.700 in numeri assoluti – hanno riguardato gli uomini, mentre il 23% – 172.600 – le donne. Tra queste, la percentuale maggiore di casi di cancro attribuiti all’alcol è stata stimata nelle regioni dell’Europa centrale e orientale (3%, 21.500 casi) e in Australia e Nuova Zelanda (3%, 2.600 casi). Tra gli uomini, invece, in Asia orientale (9%, 275.900 casi) e in Europa centrale e orientale (8%, 49.900 casi).

L’Asia orientale e l’Europa centrale e dell’Est hanno registrato le percentuali più elevate di casi di cancro che si potrebbero associare all’alcol: il 6%. Mentre le percentuali più basse sono state stimate per Africa settentrionale e l’Asia occidentale (in entrambi i casi inferiori all’1%). Come sono andate le cose paese per paese? Le percentuali più alte di diagnosi associate all’alcol sono state trovate in Mongolia (10%, 560 casi) le più basse in Kuwait (0%, meno di 5 casi). Nel Regno Unito i casi di cancro correlabili al consumo di bevande alcoliche è stato del 4% (16.800), negli Stati Uniti del 3% (52.700), in Brasile del 4% (20.500 casi), in India del 5% (62.100), in Cina del 6% (282.300), del 4% (21.500 casi) in Germania, del 5% in Francia (20.000 casi). E in Italia: la quota è del 2,6%, che equivale a circa 10mila casi.

“C’è un bisogno urgente di aumentare la consapevolezza sul nesso tra consumo di alcol e rischio di cancro”, scrive Harriet Rumgay dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) e primo autore della pubblicazione: “Strategie di salute pubblica, come ridurre la disponibilità di alcolici, l’uso di etichette che informino i consumatori sul rischio per la salute e limiti alla commercializzazione potrebbero abbattere i tassi di cancro correlato all’alcol. Le politiche fiscali e dei prezzi che hanno portato a una diminuzione del consumo di alcol in Europa, tra cui l’aumento delle accise (…) si potrebbero applicare anche in altre regioni del mondo”. A questo proposito, secondo un rapporto dell’OMS, nel 2018 nel nostro paese si sarebbero potuti prevenire 95 casi di cancro aumentando le accise del 20%, 238 aumentandole del 50%, 480 raddoppiandole.

“Sappiamo che la pandemia di Covid-19 ha aumentato i consumi alcolici in alcuni paesi. E sappiamo che livelli relativamente bassi di consumo di alcol contribuiscono comunque ad aumentare i tassi di cancro, il che è preoccupante – conclude Rumgay – ma questo significa che cambiamenti anche piccoli potrebbero avere un impatto positivo”. Repubblica.it