Salvini ministro nel Governo Draghi. Ci sarebbe il via libera di Renzi

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Matteo Salvini, segretario della Lega

di Luca Sablone

Quale connotazione assumerà la squadra di Mario Draghi? Lo scacchiere di ministri sarà solamente tecnico o a prevalere sarà la componente politica? È solamente una delle tante spinose questioni che l’ex governatore della Banca centrale europea si troverà ad affrontare nei suoi primi passi alla guida del Paese. A creare scompiglio all’interno del Partito democratico in questi giorni è stata la mossa della Lega che, dopo il primo giro di consultazioni, ha espresso l’intenzione di sostenere l’esecutivo per senso di responsabilità. Ma sarà proprio la natura del governo a dettare le mosse dal Carroccio. “Se il governo sarà politico, la logica vuole che Salvini debba essere ministro“, ha spiegato Riccardo Molinari. 

Il capogruppo leghista alla Camera, intervenuto ai microfoni di The Breakfast Club su Radio Capital, ha chiarito che sedersi al tavolo con Pd e Movimento 5 Stelle è un boccone amaro da digerire: “Non siamo felici“. Ma si tratta di un gesto dovuto soprattutto alla luce delle parole del capo dello Stato Sergio Mattarella, che ha chiesto a tutte le forze politiche di appoggiare un esecutivo di alto profilo. Per questo Molinari reputa “incomprensibile” la scelta di Giorgia Meloni, che ha deciso di rimanere fuori dalla maggioranza: “Il no a priori di Fratelli d’Italia non è fare gli interessi degli elettori. Davanti alla chiamata del presidente della Repubblica bisogna almeno ascoltare. Iniziare a sbraitare non credo sia una mossa sensata“.

Comunque l’operazione per ricompattare il centrodestra non dovrebbe essere complicata: “Finché la legge elettorale resta questa il modo di compattare il centrodestra si deve trovare per forza“. Anche perché bisogna fare i conti con “il gioco” del Partito democratico di conferirsi da solo “la legittimazione di partito presentabile davanti a un centrodestra definito sempre impresentabile“. L’alternativa migliore per il Carroccio sarebbe stato un governo a tempo, per poi sciogliersi e tornare a elezioni anticipate dopo aver affrontato gli ostacoli più importanti come il contrasto al Coronavirus, la campagna di vaccinazione e la gestione del Recovery Fund. “Non mi pare però che questa sia l’intenzione di Draghi e Mattarella“, fa notare Molinari.

Per la Lega comunque non sarebbe chissà quanto scomodo sedersi al fianco dei grillini, con cui hanno già condiviso l’esperienza gialloverde con Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Il capogruppo alla Camera lo reputa “un grave errore” ma ha invitato tutti a superare i veti di parte per contribuire alla risoluzione dei problemi dell’Italia in questa delicata fase: “Il primo partito d’Italia per consensi non può fare spallucce davanti all’appello del presidente Mattarella“. La scelta del partito di via Bellerio sembra aver già dato i primi frutti positivi: è saldamente al primo posto nei sondaggi, passando dal 24,1% del 21 gennaio e dal 24,5% del 30 gennaio al 24,8% arrivato oggi. Un trend che conferma l’apprezzamento per la mossa di Salvini.

Mentre il Pd si spacca e litiga per l’eventuale ingresso della Lega e di Salvini nell’esecutivo, da parte di Italia Viva c’è una presa di posizione chiarissima che non pone veti nei confronti di nessuno. “Nessun problema. La presenza della Lega come di qualsiasi altro partito è la risposta ad un appello del capo dello Stato. La scelta dei ministri è una facoltà del presidente incaricato che con il presidente Mattarella costruiranno l’equilibrio del futuro governo“, ha dichiarato ad Affaritaliani il coordinatore nazionale Ettore Rosato. Sulla stessa linea la renziana Maria Elena Boschi: “In questa fase non si tratta di dire Salvini sì o no, 5 Stelle sì o no, Zingaretti sì o no, ma dire sì o no all’appello del capo dello Stato. Non abbiamo posto condizioni, né chiesto ministri: abbiamo detto che ci siamo in questa situazione così difficile per il Paese“. IlGiornale