A seguito delle dichiarazioni sorprendenti del vice sindaco di Catania, Marco Consoli, che ha confermato una trattativa pre-voto dell’addizionale IRPEF in consiglio comunale a Paternò, e dopo la reazione del consigliere capogruppo del Pdl-Forza Italia, Ignazio Mannino, prende la parola il dimissionario capogruppo del Partito Democratico, Giancarlo Ciatto, anche lui molto critico e amareggiato. Di seguito il testo integrale del comunicato:
“Apprendo con profondo stupore ed un pizzico di incredulità, come si sia ormai superato il limite della decenza e si voglia trasformare la nostra Città in un teatrino politico dove “piccoli” attori mettono in scena uno spettacolo indecoroso e offensivo nei confronti della Nostra Comunità. Infatti, non solo l’intervento del Vice Sindaco di Catania è inopportuno per le cose che sono state ricordate nel comunicato del collega Mannino, ma conferma in pieno ciò che molti pensavano: che il voto di Mercoledì notte non è stato libero da condizionamenti esterni, anzi. Dire che ci si è incontrati prima del voto per “indirizzare” lo stesso voto è – oltre che “ingenuo” – arrogante. Manifesta quell’arroganza tipica di chi pensa che tutto si possa “dire” è “fare” alle spalle dei cittadini.Quegli stessi cittadini sui quali graverà l’aumento dell’imposizione fiscale, in un momento di crisi economica senza precedenti.
Il voto, in ogni caso, non era libero da condizionamenti anche per un altro motivo, che più volte ho avuto modo di ripetere in Consiglio Comunale e, cioè, per il fatto che dentro e fuori dall’Aula si è provato ad evocare lo spettro del dissesto finanziario, senza uno straccio di prova documentale. E se il sottoscritto non avesse chiesto espressamente di rimuovere questo tipo di argomentazione dal contesto dell’aula, con la puntuale precisazione del Segretario Comunale che chiariva una volta per tutte che “non si discuteva di dissesto ma di ricerca dell’equilibrio di bilancio”, si sarebbe continuato a “condizionare” il libero convincimento dei consiglieri comunali. Non si può invocare il dissesto dall’oggi al domani, lo si sarebbe dovuto vedere per tempo e si sarebbe dovuto informare l’opinione pubblica di un rischio del genere. Non si possono imporre tributi ai cittadini, quando non si è stati in grado di approvare uno schema di bilancio,nei tempi previsti dalla legge. Quando non si è stati in grado di gestire lo strumento finanziario, cercando le risorse per riequilibrarlo, dove andavano ricercate. Si è imposto alla Città un sacrificio enorme. Troppe questioni restano senza una risposta, dai tagli reali alla spesa fino alle anticipazioni all’ Ato (pari proprio alla somma che il sindaco ha voluto recuperare dalle buste paga dei cittadini, dei pensionati e di chi dichiari un reddito tassabile). Non si può accettare tutto questo, non si può tacere su una delle pagine più tristi della storia di Paternò”.