«Rischiate esercito di kamikaze»: pentito della jihad fa scattare blitz anti terrorismo, 15 fermat

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26.0.77712887-k29F-U3090399190542FUB-656x492@Corriere-Web-Sezioni« Lui porta i suoi soldi e si mette d’accordo con lui, lo chiama e gli dice di andare in un posto ben preciso…Sale in macchina , lo accompagna dalla roccia alla roccia». Significa da una spiaggia all’altra, dalla Tunisia all’Italia. «Sulla roccia (cioè sulla spiaggia, ndr), gli dà i soldi… sistemato, cioè… tre ore e mezza, il tizio lo fa scendere qui… lo portano al negozio… Sistemato… Digli di preparare i soldi, capito?». E’ riassunto in questa intercettazione registrata nel febbraio 2017 dai carabinieri del Ros – tra le centinaia che compongono l’inchiesta – il metodo del traffico clandestino di esseri umani organizzato da una banda di tunisini (con l’appoggio di un marocchino e due italiani) individuata dalla Procura di Palermo, che stamane ha fatto eseguire un provvedimento di fermo contro quindici indagati.

Sono i cosiddetti «sbarchi fantasma», tra la Tunisia e l’Italia, che avvengono con gommoni dotati di grossi motori in grado di affrontare la traversata in meno di quattro ore, senza grandi barche né soccorsi in mare, con poca o nessuna possibilità di essere intercettati durante il tragitto o all’approdo sulle coste italiane. Ogni carico porta pochi passeggeri, ma se ne possono fare tanti, in condizioni di discreta sicurezza; per questo i viaggi hanno un prezzo più alto per i migranti rispetto a quelli realizzati dalla Libia con altri mezzi: 6.000 dinari tunisini, pari a circa 2.500 euro. Secondo gli elementi raccolti dagli investigatori e fatti propri dai magistrati – il procuratore aggiunto di Palermo Marzia Sabella, con i sostituti Calogero Ferrara e Claudia Ferrari – l’organizzazione era in grado di garantire l’accoglienza anche in Italia, e del servizio si sarebbero serviti in passato personaggi che in Tunisia hanno avuto problemi con la giustizia, accusati di criminalità comune e politica. Le indagini hanno consentito, grazie alle intercettazioni, di seguire in diretta alcuni sbarchi, e proprio per evitarne altri gli inquirenti hanno deciso di intervenire attraverso un provvedimento d’ urgenza che ora dovrà essere convalidato dal giudice.

Tra i reati contestati c’è anche il contrabbando di tabacchi e per uno dei sospettati è stata aggiunto il terrorismo internazionale. E’ accusato di avere diffuso «materiale propagandistico delle attività svolte da gruppi islamici di natura terroristica, sia di tipo documentale (preghiere, scritti, ordini, istruzioni ed altro) che video-fotografico (scene di guerra, immagini di guerriglieri, discorsi propagandistici, kamikaze, uccisioni di ostaggi ed altro), di cui preliminarmente si riforniva in rete». Questo particolare suona per la Procura e i carabinieri del Ros come la conferma delle parole di un detenuto tunisino estradato in Francia che li ha messi sulle tracce dell’organizzazione dedita all’immigrazione illegale. Attraverso di essa, aveva aggiunto, «potevano anche essere trasportati come clandestini, soggetti con problemi giudiziari in Tunisia per motivi di terrorismo… Attraverso il sistema di collegamenti via mare alcuni terroristi possono giungere in Italia con il loro aiuto». Il pentito ha fatto queste dichiarazioni per evitare, ha spiegato che arrivasse «un esercito di kamikaze in Italia», dopodiché le intercettazioni telematiche hanno svelato che uno dei presunti capi dell’organizzazione, in passato, diffondeva propaganda jihadista. Tra i messaggi di sui si faceva latore ce n’erano alcuni del tipo: «Dice il Profeta di Allah (che Dio lo benedica): ogni Stato ha il suo turismo ed il mio turismo è la jihad in nome di Dio… Sappiate che il paradiso è sotto le ombre delle spade», oltre alla condivisione di filmati realizzati dall’Isis. Compresi quelli in cui si vede e si esalta lo sgozzamento degli occidentali presi in ostaggio.

Corrieredellasera