Fitch conferma il rating dell’Italia, ma abbassa l’outlook da stabile a negativo

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stima-0376-kFT-U3020564074135qQD-593x443@Corriere-WebFitch ha lasciato invariato il rating sull’Italia ma ha rivisto al ribasso le previsioni — il cosiddetto outlook — da «stabili» a «negative». Così ieri sera, a Borse ormai chiuse, l’agenzia di rating ha reso più probabile una prossima bocciatura dell’Italia, dopo una giornata in cui lo spread è salito fino a 293 punti, per poi chiudere a 290, e la Borsa ha perso un altro 1,1%. «Dopo la formazione del nuovo governo — si legge nella nota di Fitch — prevediamo un allentamento fiscale che renderebbe il debito pubblico italiano, molto alto, più esposto a potenziali shock». L’agenzia ha anche parlato di un «livello relativamente alto di incertezza politica», facendo riferimento alle «considerevoli differenze fra i partner della coalizione» e «alle contraddizioni fra gli elevati costi dell’attuazione degli impegni presi nel “contratto” e l’obiettivo di ridurre il debito pubblico». Tanto che c’è «un aumento della possibilità di elezioni anticipate dal 2019». E’ invece «bassa la probabilità che il governo avanzi politiche che minaccino un’uscita» dall’Europa o la «creazione di una moneta parallela».

Secondo fonti di Palazzo Chigi, invece, «c’è attesa che gli impegni di bilancio per il prossimo anno siano rispettati e le riforme strutturali già annunciate siano attuate» e le valutazioni saranno «integralmente positive» dopo il Def. Poche ore prima, comunque, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti non aveva escluso di sforare il tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil: «Se è necessario per mettere in sicurezza il Paese, anche sì. Credo che sia interesse anche dell’Europa», ha detto, «dobbiamo intavolare con la Ue un negoziato serio» su investimenti e infrastrutture.

 

Tornando al mercato obbligazionario, il differenziale tra Btp e Bund è salito con il rendimento del Btp decennale, che ha raggiunto il 3,26% per poi chiudere a 3,22%. Tensioni anche sul Btp a due anni, dove lo spread si è portato a 202 punti dai 173 dell’apertura precedente. E ancora: nessuna richiesta nell’asta — riservata agli specialisti — di Btp a 5 e a 10 anni per oltre 1,4 miliardi.

Intanto l’Istat ha confermato le stime preliminari sul rallentamento dell’economia italiana nel secondo trimestre, quando il Pil è cresciuto dello 0,2%, mentre tre mesi prima aveva registrato un aumento dello 0,3%. L’Istat ha comunque rivisto al rialzo — da +1,1% a +1,2% — le previsioni sulla crescita tendenziale. Quanto ai prezzi, ad agosto l’inflazione nell’arco degli ultimi 12 mesi è salita all’1,7% contro l’1,5% di luglio. Tra le voci dietro l’accelerazione ci sono i biglietti aerei: l’inflazione è cresciuta del 9,4% su base annua e del 29,8% su base mensile.

Corrieredellasera