Caparezza, il rapper che trovò il successo senza volerlo

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di Angelo Strano

Artista dai testi irreverenti, politicamente scorretti, lontani dal mainstream che hanno fatto saltare, commuovere, riflettere e incazzare milioni di italiani. Cantautore, rapper, produttore discografico, questo è Michele Salvemini, in arte Caparezza. «Egli fu Mikimix, cantante insignificante, dal cui autodisgusto nacque il sé stesso odierno»: con questa autodefinizione, Salvemini racconta velocemente la trasformazione e il suo rifiuto di ciò che era, che lo porta a diventare Caparezza.

Cominciò infatti nel 1995 con il nome di Mikimix, componendo brani melodici, partecipò anche a Sanremo giovani e incise qualche album senza avere successo, nel 1998 la svolta: si chiuse nel suo garage per 2 anni a comporre brani, a farsi crescere la barba e i famosi capelli, da cui appunto il nome “Caparezza” che in dialetto molfettese significa “Testa Riccia”. Il successo arrivò nel 2003 con il secondo album “Verità Supposte”, dove si trovano i brani “Vengo dalla luna”, “Jovadellavitanonhacapitouncazzo” e la famosissima “Fuori dal tunnel”, che ebbe tanto successo da diventare un tormentone estivo.

Ma Caparezza non voleva tutto questo, tanto da criticare locali notturni e programmi tv che la usavano come colonna sonora di balli allegri. In realtà la canzone muove appunto una dura critica al “divertimentificio notturno” e non da alternative di svago. Tantissimi testi impegnati, come “Eroe”, “Storie di Luigi delle Bicocche”, “Vieni a Ballare in Puglia” o la meno conosciuta “Non siete Stato voi”, dove muove un’aspra critica alla classe politica odierna. L’ultimo suo singolo è “Mica Van Gogh” uscito nel 2015, un tributo all’artista.