«Imagine» canzone atea e comunista? E’ vero

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di Giuliano Guzzo

Seguo da tempo l’attività di Susanna Ceccardi, la leghista appena eletta sindaco (non chiamatela “sindaca”: non gradisce) della ex rossa Cascina, in Toscana, e so che non parla a vanvera. Anche per questo non comprendo la polemica contro di lei per un post che, mesi fa, aveva condiviso su Facebook criticando Imagine di John Lennon (1940-1980) e quel «mondo senza religione, senza paradiso, senza proprietà privata» auspicato nella canzone – a suo dire – inno sostanzialmente comunista; non è forse vero che Lennon, il quale mutò idea tante volte (secondo Fred Seaman, suo ex assistente personale, morì reaganiano), fu per un certo periodo vicino ad istanze comuniste? E, soprattutto, che cos’è un «mondo senza religione, senza paradiso, senza proprietà privata» se non un mondo materialista, senza speranza né libertà? E il comunismo – fatemi capire – non fu forse materialista, senza speranza né libertà?

Più che prendersela con la giovane politica leghista, se proprio si vuole parlare di Imagine, sarebbe semmai il caso di chiedersi per quale misteriosa ragione una canzone simile – per quanto musicalmente possa essere apprezzabile e senza, con ciò, mettere in discussione la statura artistica di Lennon – trovi sovente spazio nei concertini natalizi e addirittura in quelli che si tengono in Vaticano; capisco infatti che fede e coerenza, ultimamente, non vadano proprio per la maggiore tra i cattolici, ma arrivare a battere la mani a chi invoca un «mondo senza religione, senza paradiso, senza proprietà privata», converrete, è un tantino troppo; non perché il messaggio sia poco cristiano ma perché, semplicemente, è poco umano e figlio di ideologie già ampiamente condannate dalla storia. E se il solo sottolineare questo incontestabile dato basta ad attirarsi l’accusa di cavernicolo e insipiente non so voi ma io, per quel che vale, ho zero dubbi: je suis Susanna.