Berlusconi, obiettivo Politiche nel 2018. Ecco il programma elettorale

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Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia

Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia

La rivoluzione di Silvio Berlusconi all’interno di Forza Italia è solo all’inizio. Chi pensa che il leader degli azzurri abbia riposto in soffitta il sogno di un nuovo centrodestra, ha fatto male i conti: l’ex premier non si dà per vinto e prepara una grande campagna elettorale per il rilancio del partito e del centrodestra. «Non inseguo più nessuno. Chi vuole andare via, quella è la porta» ripete ai suoi collaboratori più stretti. Le emorragie alla Camera e al Senato non sono più un cruccio ma una sorta di liberazione.

«Dobbiamo continuare la nostra battaglia senza farci ammaliare dal canto delle sirene», osserva a chi gli chiede come comportarsi di fronte alle ripetute avance di Denis Verdini&co. Tutti rei, secondo il Berlusconi pensiero, di aver avviato una nuova stagione di trasformismo politico, solo per appagare interessi personali che nulla avrebbero a che fare con la crescita del Paese. «Se io avessi fatto solo un terzo di ciò che sta facendo l’attuale premier, nel silenzio generale della stampa, mi avrebbero già crocefisso. Ma dobbiamo essere fiduciosi perché Matteo Renzi verrà fatto fuori dai suoi stessi compagni. All’interno del partito democratico lo odiano tutti. Non sarà un nostro problema» avrebbe osservato Berlusconi nel corso di uno dei tanti vertici. A chi, come Matteo Salvini, gli avrebbe più volte fatto notare che tra le fila berlusconiane ci sono tanti «impresentabili», il leader di Arcore avrebbe risposto con un cenno di condivisione e con la promessa di abbattere la vecchia guardia. Quella insomma che non riuscirebbe a farsi eleggere nemmeno a capo del condominio.

Avrebbero dunque le ore contate i vari Domenico Scilipoti, Antonio Razzi e persino insospettabili come Paolo Romani e Renato Brunetta. Quest’ultimo finito più volte al centro di contestazioni da parte dei colleghi per la gestione autoritaria del gruppo e soprattutto dei fondi messi a disposizione dalla Camera. Sarà forse per questo motivo che, i potenziali destinatari del cartellino rosso, si comporterebbero in aula da battitori liberi e sempre meno si farebbero vedere dalle parti di Palazzo Grazioli. Il capovolgimento della selezione della classe dirigente piacerebbe molto anche Fratelli d’Italia e Lega che avrebbero sottoscritto un documento a suggello dell’intesa e per il rilancio del centrodestra. Tra i punti salienti proprio la rivoluzione civica nelle liste elettorali.

MENO POLITICA PIÙ COMPETENZE
In un ipotetico consiglio dei ministri in un governo a trazione di centrodestra, ci sarebbe più spazio per la meritocrazia. «Dodici ministri apprezzati dalla maggioranza degli italiani per il successo ottenuto nei loro settori di attività».

A questi si aggiungerebbero le nomine politiche così ripartite: «Otto ministri indicati dalle principali componenti della coalizione. 3 a Forza Italia, 3 Lega e 2 a Fratelli d’Italia». Un’importante clausola che sarebbe stata introdotta riguarda un «vincolo di mandato per gli eletti dal popolo». Una postilla, assicura chi ha lavorato alla stesura del programma, che garantirebbe un ricambio generazionale e sventerebbe la radicazione dei soliti noti nelle Istituzioni.

Una condizione che farebbe gioco anche ai leader della coalizione che eviterebbero così le lunghe ed estenuanti lotte intestine. Su questo punto si sarebbero trovati perfettamente d’accordo Berlusconi, Salvini e Meloni.

TASSE
Tra tante indiscrezioni quelle più accreditate vogliono, tra i temi da proporre, cavalli di battaglia come «meno tasse sulle famiglie, sulle imprese e sulle partita Iva. Flat tax al di sopra dei 12 mila euro contro l’evasione. Condono fiscale, via le tasse sulla prima casa, abolizione dell’imposta di successione e l’Imu agricola».

ABOLIZIONE DI EQUITALIA
Tra i punti programmatici anche la chiusura di Equitalia e la «privatizzazione degli Enti pubblici con una riduzione di spesa pubblica stimata intorno ai 16 miliardi all’anno. No alle autorizzazioni preventive, aumento a 8.000 euro del contante».

EUROPA: MENO AUSTERITÀ E UNA MONETA NAZIONALE
Il tema, di impronta leghista, vorrebbe limitare l’ingerenza dell’Europa sui conti dell’Italia. Quindi «no all’austerità, riduzione del surplus dei versamenti annuali italiani, tasso di cambio dell’euro competitivo con le altre principali valute e introduzione di una moneta nazionale aggiuntiva».

WELFARE: PENSIONE ALLE MAMME
«Pensione minima a 1000 euro, pensione alle mamme, assegni di emergenza alle famiglie senza alcun introito, implementazione della prevenzione sanitaria, crediti regionali alle piccole e medie imprese».

AUMENTO FONDI PER LE FORZE DELL’ORDINE
«Più carabinieri e poliziotti di quartiere. Tutti i militari nelle vie delle città, controllo immigrazione, riorganizzazione dei centri di residenza per i nomadi cittadini italiani».

RIFORMA DELLA GIUSTIZIA
«Differenziazione tra i giudici e pm. Nuova disciplina dell’uso delle intercettazioni, della custodia preventiva della legittima difesa. Introduzione dell’istituto della cauzione, processi più rapidi e snelli, non appellabilità delle sentenze di assoluzione. No ai processi politici, regolamentazione della Polizia Giudiziaria». (IlTempo)